biennale teatro 2011

 

santasangre

Sei gradi.

Concerto per voce e musiche sintetiche

 

11 ottobre h13, Teatro Fondamenta Nuove

 

di Gabriele FRANCIONI

santasangre: scheda

ideazione Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci, Roberta Zanardo corpo e voce Roberta Zanardo visual designer 3D Piero Fragola registrazioni voce e violino H.E.R. violoncello Viola Mattioni fiati Giacomo Piccioni elaborazione video dal vivo Diana Arbib, Luca Brinchi, Pasquale Tricoci partitura sonora ed elaborazione dal vivo Dario Salvagnini animazione 3D (acqua) Alessandro Rosa realizzazione costume di scena Maria Carmela Milano in collaborazione con Fiamma Benvignati fotografia di scena Laura Arlotti organizzazione Elena Lamberti produzione Santasangre 2008 in coproduzione con Romaeuropa Festival 2008/Romaeuropa Promozione Danza, Sistema Teatro, Marche/Inteatro vincitore di Nuove Creatività con il sostegno di ETI Ente Teatrale Italiano con il contributo di Città di Ebla con il sostegno di AgoraKajSkene Akse Crono 2008 residenze creative L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino, OperaEstate Festival Veneto/la conigliera- Anagoor, Drodesera>centrale Fies durata 50’

30/30

Dopo il maestoso esordio di HAMLET nella prima giornata, BIENNALE TEATRO 011 conferma di poter competere, sul piano dei contenuti e dell’esperienza sensoriale complessiva, con l’edizione di quasi 3 anni fa (febbraio 2009). Dopo il doveroso richiamo a favore del Teatro Marinoni, i Santasangre, collettivo nato e sviluppatosi anch’esso entro circuiti alternativi, offre la sua interpretazione radicalmente multimediale del riscaldamento del pianeta. “Sei Gradi”, allusivo di una futura condizione termica globale, è il puntuale e coerente sviluppo della poetica della compagnia romana, che salda da sempre (fine anni Novanta) alta tecnologia e gesto primordiale. Un corpo (anche) elettronico muta sotto i colpi olografici di una complessa macchina proiettiva e sonora, che utilizza almeno tre punti dai quali la componente-immagine viene lanciata verso la piccola area performativa. Retro-proiezione, più posizione zenitale e frontale (una sorta di falda-pannello appena aggettante verso il proscenio). Il corpo coreografico, avvolto in una gabbia immateriale di quasi-trasparenze su cui l’immagine in parte va formandosi, muta quando muta la temperatura della Terra, in un crescendo inarrestabile. Inno all’acqua destinata a scomparire, volatilizzandosi e lasciando un terreno frammentato, arido e solcato da fratture –immagine conclusiva di Sei Gradi- la creazione di Santasangre evolve attraverso la mutazione organica e di un corpo-insetto, libellula/farfalla, o zoo-morphè cronenberghiana, a volte dotata di spina dorsale appena abbozzata, altre intrappolata in corpetti metallici che ne scardinano il libero movimento. In un’alba di straordinaria bellezza, fissata in pochi frenetici passaggi temporali, osserviamo un corpo pulsante e indefinito, scontornato quasi fosse un Francis Bacon fatto di sola luce e aura accecante che avvolgono i movimenti delle braccia, scelti per definirne la nascita, seguita dalla formazione di un nucleo vitale preso dentro una (magica) bolla ovoidale olografica.  La genialità di Sei Gradi sta nel servirsi di strumentazione e persino partiture già utilizzate dai Santasangre, declinati però secondo una nuova modalità high-tech che dialoga con la componente coreografica.  Da elemento tra elementi, da effetto collaterale, la tecnologia diventa essa stessa performer, perché genera un doppio (o continui doppi) del corpo performativo principale, obbligato a muoversi in un’incredibile danza (duetti, terzetti, etc) col partner olografico. Uscito/a dall’uovo, si trova immerso in un universo in continua crescita. Flora avatariana e fauna concepita come parte di Naked Lunch (Burroughs & Cronenberg),  affollano un ambiente naturale destinato a una deriva di rinsecchimenti progressivi. Un’esplosione siglerà la Fine e il Corpo scomparirà sotto i nostri occhi, senza lasciare nemmeno le tracce-ombre di chi venne polverizzato dall’esplosione termico-atomica di Nagasaki. La banda sonora, forse leggermente sopra le righe in alcuni passaggi, accompagna l’intero iter devolutivo e può essere ripensata, anche in virtù dell’essere prodotta live. Anche alcuni elementi proiettivi (quelli più bidimensionali) possono essere rivisti, ma Sei Gradi si colloca, già ora, tra le esperienze emozional/visuali più forti di questa Biennale nata sotto un’ottima stella.

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santasangre
 

10 ottobre > 16 ottobre 2011