TEATRO CA' FOSCARI PRESENTA...

isabella aragonese

LADY GREY

(con le luci che si abbassano sempre di più)

di Will Eno

 

19 ottobre h20.30

 

di Carlotta BON

isabella aragonesi: scheda

BAM TEATRO e INFINITO srl Lady Grey (con le luci che si abbassano sempre di più) di Will Eno con Isabella Ragonese traduzione Elena Maria Battista regia Isabella Ragonese in collaborazione con Silvio Peroni in collaborazione con MITTELFEST 2011- XX edizione “Identità e Nazioni” con il contributo del Festival "La notte dei poeti" XXIX edizione foto di apertura © Mezzalana Davide

25/30

“Voglio essere lo schermo del mondo...lasciare che il mondo riversi su me tutta la sua mondaneità..la vita è sorprendente, basta farsi trovare impreparati..”

 

Queste parole sono il fulcro dello spettacolo d’Isabella Ragonese, che interpreta, se vogliamo, lo stereotipo della ragazza, travolta dalle turbe psicologiche che coinvolgono e accomunano tutte noi. Una narrazione tutta al femminile, del femminile stesso, dove ognuna di noi rivede se stessa, perchè questo spettacolo non fa altro che palesare l’ordinario, e il quotidiano, trasformandoli in una voce che riesce a rivelare quel che giace sotto la superficie, svelando  profonde verità poetiche, che vengono espresse con uno spirito pungente e spietato, portandoci ad aprire gli occhi e riflettere sulle nostre vite di donne.

La protagonista è una ragazza che ha la profonda necessità di mostrarsi, essere scrutata pervasa da sguardi ossessivi, invadenti, penetranti, per sentirsi viva, amata e desiderata. La gente, il mondo devono diventare l’immensa superficie specchiante dove la sua immagine si possa riflettere, l’unico modo per ‘vedersi’ realmente e sentirsi se stessa.  Lì ‘nuda’ davanti al pubblico, con il suo abito rosso che sembra sempre in procinto di togliere, nello stesso modo in cui si denuda, con le sue stesse parole, davanti a noi, spettatori, sempre più bramosi di indagare dentro di lei, della sua vita e di entrare nella sua più profonda intimità. 

La protagonista, racconta semplicemente di sé, in parte attraverso un episodio della sua esperienza di ragazzina, a scuola, dove la maestra chiede a tutti di fare il “mostra e dimostra” ovvero, portare in classe qualcosa d’importante, un oggetto, un animale domestico, una foto, e parlarne. Lei non porta nulla, si spoglia completamente e mostra se stessa. Lo racconta a noi, pubblico, cercando ed instaurando complicità, vogliosa di scaturire emozioni e domande, comprensione e  repulsione, compiacimento e amarezza, e ci seduce descrivendo questo e altri episodi con i quali ci svela, ricomponendola, la sua identità. 

Lady Grey chiede allo sguardo del pubblico di farla vivere, e si rifiuta di lasciarlo al buio  catturandone invece l’attenzione con domande e rivolgendosi agli spettatori direttamente e continuamente.

Di forte impatto drammaturgico è l’uso essenziale della scenografia e soprattutto dei costumi.

L’abito rosso connota la protagonista, in un primo momento, come la bimba innocente che si alza, e attraversa i banchi dei suoi compagni, per affrontare il duro compito assegnatole dalla maestra, per poi cangiare e divenire la maestra stessa, con tutto il suo charme. Una maestra che sfodera il suo sex appeal con tacchi alti ed occhiali seducenti.

L’essenza teatrale del monologo è nell’alternanza tra i movimenti scenici impercettibili e la rapida intensità del testo: la prosa densa di Eno è una sorta di lista della spesa esistenziale, fatta in egualmisura d’amore, senso di perdita e umorismo sferzante.

 

 

Isabella Ragonese, attrice di teatro e di cinema, vince nel 1998 il primo premio al Concorso Nazionale INDA (Istituto Nazionale Dramma Antico) con un saggio breve sulla figura di Ecuba nella tragedia euripidea. Si diploma a Palermo in recitazione alla scuola Teatès di Michele Perriera e si perfeziona tra gli altri con Emma Dante, Danio Manfredini, Mimmo Cuticchio e Carlo Cecchi. Parallelamente studia teatro-danza con alcuni tra i maggiori esponenti in campo internazionale.  Alterna da subito esperienze di autrice e regista, oltre che interprete di suoi lavori, a collaborazioni significative con Alfonso Santagata (in Tragedia a Ghibellina) Davide Enia (che la dirige in Malangelita) e Francesca Comencini (nell’impegnato Libere andato in scena nel 2010).

La popolarità arriva nel 2006 col suo primo film Nuovomondo per la regia di Emanuele Crialese.

Del 2009 i film Due vite per caso, regia di Alessandro Aronadio, Oggi sposi di Luca Lucini e Dieci Inverni, opera prima di Valerio Mieli. Nel 2010 interpreta Elena, la moglie di Elio Germano, nel film La nostra vita di Daniele Lucchetti ruolo per il quale si aggiudica il Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista e la candidatura al David di Donatello nell’anno successivo.

SITO UFFICIALE

 

TEATRO CA' FOSCARI

isabella aragonesi

 

19 ottobre 2011