biennale teatro

40. Festival Int. del Teatro

winter gardens

Piccolo Arsenale, mercoledì 25 febbraio
 

di Cecilia COTUGNO

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- Winter Gardens

NEVE SU BELGRADO

 

Con una disperata danza di valigie semi-umane e container metallici, si avvia una sorta di documentary theatre sulla generazione migrante serba, in cui s'intrecciano musiche tradizionali, dispositivi multimediali e testimonianze di vita reale.

Scenografia spoglia ma essenziale e sei attori che si rincorrono su un palco senza tregua nel far rivivere brevi momenti quotidiani tra webcam, email e blog.

Grazie proprio a questi strumenti di comunicazione che negli ultimissimi anni sono approdati sul web, la “patria”, concetto puramente interiorizzato/idealizzato di paese natìo, si sfoga e riesce a mantenersi ancora in vita.

Solo qualche accenno a quella storia sofferta e ancora troppo vicina per essere affrontata.

La neve, eco di un'infanzia lontana e di una Belgrado ancora più remota, riappare a più riprese nei sogni e nei ricordi di una generazione (quella del regista), che se n'è andata per cercare “solo una vita normale”.

Nonostante che nella traduzione simultanea (proiettata ai lati del palcoscenico) si perdano alcune sfumature del testo, la perfetta combinazione di elementi multimediali, freschezza recitativa e coreografie ben realizzate, non può nascondere al pubblico l'alta qualità di questo spettacolo.

“Finalmente qualcosa di giovane e moderno!”, avranno pensato gli spettatori del Teatro Piccolo Arsenale di Venezia.

La Serbia sembra essere vecchia e improduttiva, i giovani degli anni '90 sono emigrati, quelli di adesso colgono ogni occasione per andarsene, ma il teatro è ancora molto vivo e

mostra forte desiderio di innovazione e dinamismo: "Winter Gardens" ne è la prova.

Gli attori scelti da Nikita Milivojevic sono tutti giovanissimi, e con i loro tratti glaciali e impassibili rappresentano bene i 700 mila serbi che volontariamente hanno abbandonato il proprio paese e sono adesso sparsi tra Europa, Stati Uniti ed Australia.

Il regista è da due anni il direttore del Bitef (Belgrade International Theatre Festival), un'istituzione ormai importante a livello europeo, che ha permesso di mantenere contatti culturali con l'estero anche durante i periodi più critici.

Non è uno sguardo nostalgico verso il passato, ma, piuttosto, una piccola ma consistente  premessa per un futuro diverso.

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Piccolo Arsenale, mercoledì 25 febbraio