UNDERSKIN

biennaledanza2006

 

di Angela GREGOVIC

 

«Sarà una grande soddisfazione per me  un giorno sapere di essere entrato nella storia  come direttore che propose Carolyn Carson per il Leone d’Oro» (Ismael Ivo, direttore Biennale Danza Venezia 2005/2006 allla consegne del Leone d’Oro a Carolyn Carson)

 

è stato catturato sotto pelle il rapporto tra l’anima, corpo e scienza in questa edizione di Biennale Danza. è un luogo difficile da raggiungere per osservare un fenomeno, studiare le regole che lo governano, le affinità e reazioni che ne derivano.

 

«La danza cerca di raggiungere un body momentum, quell’attimo irripetibile e irriproducibile in cui il corpo si fa arte» Ismael Ivo

 

Attraverso simposi, 16spettacoli, workshop e mostre, con riferimenti nei miti, cerimonie, tecniche scientifiche, criteri giuridici, mondo naturale e sintetico, vocabolario simbolico, musicale e iconografico localizzato culturalmente, questo fenomeno è stato decodificato da coreografi, registi, musicisti, antropologi, neurologi, filosofi, matematici e messo a disposizione dei danzatori che l’hanno trattenuto e svelato

 

«I came here when I was 25 years old with Alvin Nikolai and we preformed at the Teatro la Fenice. For the first time we had a stage, the right stage. We came from America, our stages are flat. I remember the first step …» (Carolyn Carson al ritiro del Leone d’Oro per la carriera)

 

 

amu/del cuore

random dance company  (Regno Unito)

 

è un sincretismo di danza e medicina cardio-vascolare operata dal virtuoso coreografo inglese Wayne McGregor. In collaborazione con i medici della Royal Brompton Hospital, la video-artista iraniana Shirazeh Houshiary e Sir John Tavener, autore delle musiche originali ispirate ad un antico poema d’amore Sufi, Wayne McGregor osserva il corpo come uno sistema di rapporti. Lo spazio vuoto è gravido di luce, non ci sono contrasti cromatici, il corpo è un ordine inviolabile di ruoli dove l’emancipazione del singolo elemento equivale alla rivoluzione di un pianeta intorno al sole – in riferimento al suo centro ma sempre in rapporto con tutto il cosmo.

 

 

«In un caffè di Parigi. Stavo pensando a come comportarmi da gentiluomo, lei era un ospite, non la conoscevo, mi comparve in zoccoli di legno dopo una prova all’Operà Garnier. Io le avevo preparato un pranzetto, chiachierammo tutto il tempo, mentre lei sgranocchiava solo carote e sedani, si, strettamente vegetariana. Fu questo il primo incontro» (Paolo Baratta sul primo incontro con Carolin Carlson)

 

 

oath

beijing modern dance company (Cina)

 

Con una concatenazione di narrazioni liriche su cinque elementi dell’universo (acqua, fuoco, metallo, legno e terra), si penetra il mistero della formazione della materia. La vibrazione contiene sottili irregolarità, reazioni create da queste e per le quali la coreografa Gao Yanjinzi sparisce nelle profondità degli elementi primigenii, i quali vengono emanati di fronte a noi attraverso i comportamenti "onomatopeici" dei danzatori della Beijing Modern Dance Company. Gli elementi vengono allineati in un ensemble finale che fa da superficie alle nozioni esoteriche sperimentate da Gao Yanjinzi.

 

 

«In lei c’è un elemento che la qualifica come tipica rappresentante del rapporto tra danza e cultura del suo tempo, tra danza e arte del suo tempo: Il suo rapporto con la natura. Tutti i suoi gesti mostrano una natura perplessa e preoccupata, quasi intimorita, una belezza che in ogni momento sente la possibile violenza» (Paolo Baratta, alla consegna del Leone d’Oro a Carolin Carlson)

 

 

wishuponastar

acco theater center (Israele)

 

è un’incontrollata "svalutazione" dell’importanza dei termini: religione, nazione e Stato eseguita con ingenuità. Una denuncia metabolizzata male e come tale riproposta. Lo spettacolo si evolve nell’immaginazione dell’artista Smadar Yaaron la quale attribuisce ad una stella di David in acciaio rivestito di connotazioni criptiche difficilmente riconoscibili come tali dallo spettatore. Violento tentativo di dare una lettura del simbolo diversa da quella determinata dalla Storia, ha necessariamente fallito per ovvia debolezza dei mezzi usati per un’impresa tanto ambiziosa. La sola cosa a non essere stata violata è la musica di Wagner, perchè usata come décor e non come mezzo comunicativo.

 

 

«Grazie a Venezia città d’acqua, io sono donna d’acqua» (Carolin Carlson, ringraziamenti per il Leone d’Oro alla carriera).

 

 

quick silver

ko murobushi (Giappone)

 

Che cos’è il Butoh?

«Si può definire la danza Butoh soprattutto per ciò che non è. Non ha niente a che vedere con la danza occidentale, che vuole creare delle forme e utilizza le tensioni. Qui invece si parte dal rilassamento, dal corpo svuotato. Il Butô non è una tecnica, ma un metodo per risalire attraverso il corpo alle origini dell'esistenza e per rispondere alla domanda chi siamo?» (Ushio Amagatsu, coreografo e danzatore del Sankai Juku)

 

«La negazione dell'Io, dell'individualità umana, attraverso un meccanismo di decostruzione che turba il pubblico. Strumento privilegiato è qui la metamorfosi, attuata con i soli mezzi corporei, nella quale non è importante la forma dell'animale o della cosa, ma la capacità di sperimentare un'altro tipo di esistenza. La visione del mondo può apparire allora nella prospettiva di un insetto, di un feto, di un nano» (dal testo)

 

«La capacità di mantenere una estrema, continua tensione corporea è rimarchevole e produce, tra l'altro, una corrispondente, forte tensione psichica negli spettatori. Il "vuoto", ovvero il ma, è in realtà un vasto spazio dove le tante possibilità si mescolano fino a far emergere un'idea»(dal testo)

 

 

«In questo tremore per la natura Carolyn Carson è di una modernità sconvolgente e di una bellezza commovente» (Paolo Baratta, alla consegna del Leone d’Oro a Carolin Carlson)

 

 

active zone, no comment e fragments

laboratory dance project (Corea)

 

Lo spettacolo è organizzato in tre parti differenziate per coreografie. Forme diverse di oppressione ed espansione del corpo attraverso manifestazioni dei fenomeni acustico-meccanici è stata la tesi del primo movimento active zone della coreografa Mina Yoo.  Corpo anutonomo che va oltre il suo status per rendere visibile un consenso colettivo, una ripetizione/scansione cerimoniale di segni dell’appartenenza sviluppati sul "Silence of The Balcan" di Goran Bregovic e "Ali Mulah" dei Transglobal è la storia del secondo movimento no comment di Shin Chang-Ho. Ismael Ivo usa per il terzo movimento fragments la formula narrativa dello scrittore tedesco Heiner Mueller. Il corpo autonomo del primo movimento che forma un coagulo autonomo maggiore nel secondo, si rivela fragile nel terzo. Le emozioni e passioni gli fanno rinunciare all’autonomia: l’uomo e donna non acquisiscono mai la competenza per poter superare il rapporto di interdipendenza, l’ereditarietà non glielo permette

 

«Se si considera la cultura come un arrichimento dello spirito allora si deve lavorare, studiare, penetrare nella profondità dell’oceano e non nuotare in superficie»

Carolin Carlson, 1999, Direttore Biennale Danza di Venezia 1999-2002