FFF - lunedì 22
LA TIGRE E IL DRAGONE, Buf Compagnie,
JIN-ROH e Maurizio Nichetti


la tigre e il dragone

 


servizio di
Paolo ALEM


Incredibilmente mi alzo dal letto in orario. Sette ore di sonno. Quasi non ricordavo più come ci si sente dopo una vera dormita. Perfettamente riposato mi accingo ad affrontare questa quarta giornata con vitalità ed entusiasmo. Arrivo alla sala giusto in tempo per la prima proiezione: LA TIGRE E IL DRAGONE film del regista, famoso a livello internazionale, Ang Lee che per la prima volta si cimenta in un lungometraggio di arti marziali. Per l'occasione e' stato ingaggiato agli effetti speciali lo stesso team di MATRIX insieme al più grande coreografo di arti marziali esistenti. La storia risulta interessante anche se non eccezionale. Non si riduce ad un semplice pretesto per mostrare una serie di scontri tra maestri, ma riesce a coinvolgere lo spettatore. Si dipana tra la ricerca interiore di un grande maestro spadaccino, il furto della sua famosissima spada, intrighi di palazzo e storie d'amore parallele. Le battaglie sono molto ben coreografate e spettacolari, piene di azioni e tecniche assurde, che andrebbero accettate come parte integrante di un certo modo di fare cinema, tipico di Hong Kong. Il finale mi lascia un po' perplesso, come anche alcune scene, tra cui un interminabile flashback a metà film, ma ne esco con un impressione globalmente positiva.

jin-roh

Controllo il programma: ore 12.15, JIN-ROH. Conosco il film. Me lo raccontò tempo fa un mio amico. Ricordo che pensai: cattivo, questo e' un film davvero cattivo. Un po' meno entusiasta di quanto non fossi al mio risveglio mi accingo alla visione. La sceneggiatura di JIN-ROH è opera di Mamoru Oshii regista e sceneggiatore nei cui confronti nutro una grandissima ammirazione (per non dire adorazione) e famoso per film come GHOST IN THE SHELL o i due film di Patlabor (e di cui in questi giorni e' uscito AVALON spettacolare film dal vivo) mentre per la prima volta alla regia Okiura Hiroyuki fa un ottimo lavoro. Per quasi tutte le animazioni è stato usato il rotoscope rendendole realistiche come movimento, ma a volte poco fluide se non quasi scattanti. Al di là di questo piccolo problema (che un ragazzo in sala attribuiva alla pellicola, avendolo già visto in Francia con una resa visiva superiore) ritengo questo film la cosa più bella proiettata in questo festival. Se dovessi descrivere l'effetto del film, lo definirei come quello di un tir che ti si schianta a tutta velocità in mezzo ai denti. Splendida costruzione della storia. Nulla e' casuale, ogni singola scena risulta funzionale al racconto che si sviluppa su due livelli intrecciati tra loro, di cui uno simbolico basato sulla favola di cappucetto rosso. Il riferimento a cappuccetto rosso non deve essere fuorviante. Questo e' in realtà uno dei film più cattivi e insieme più splendidi che abbia visto. Le atmosfere sono cupe, sostenute da colori freddi, ambienti in ombra e dalle bellissime musiche di Mizoguchi Hajime.

jin-roh

La storia e' ambientata in un Giappone alternativo, in cui una squadra speciale di poliziotti pesantemente armati viene istituita per contrastare un violento gruppo terroristico che insanguina il paese, servendosi anche, di giovani ragazze come corrieri di esplosivi. Il tutto inizia quando Fuse, un membro delle forze speciali, blocca un corriere in una fogna. La ragazza spaventata si fa saltare per aria davanti al protagonista che da quel giorno non riuscirà più a scrollarsi quella immagine di dosso. Questo finché non incontrerà un'altra ragazza identica a quella morta...
Con un amaro, amarissimo sapore in bocca che non se ne andrà neppure affogandolo in una lattina di fanta, lascio la sala mentre incominciano a proiettare alcuni episodi di DRAGONBALL GT con un orrendo doppiaggio Italiano sovrapposto a quello Giapponese.


immagini della buf compagnie


Recuperato dal cibo trascorro un po' di tempo chiacchierando con alcuni ragazzi dei film del mattino, nell'attesa che inizi l'incontro con Pierre Buffin della Buf Compagnie. Durante questa conferenza vengo mostrati alcuni spot fatti dalla Buf, che tra le altre cose, ha realizzato effetti speciali per alcuni film tra cui FIGHT CLUB (per esempio la scena in cui il protagonista si spara, oppure la ripresa a scendere: del palazzo, del furgone e dell'esplosivo nelle scene finali del film). Interessante sapere che non hanno un ufficio marketing, che hanno un metodo di lavoro molto collaborativo e meno settoriale rispetto agli americani e che le cose da loro prodotte mi sono sembrate decisamente migliori di quelle di case molto più famose come ILM.


synchronicity


E proprio a seguire la Buf, ecco una conferenza della ILM. Vengono presentati alcuni spot e il corto SYNCHRONICITY. Quella che per ILM sembra essere la frontiera tecnologica da superare e' la realizzazione di un personaggio umano in CG completamente fotorealistico nelle espressioni del volto. Peccato che quello che stanno facendo alla ILM l'abbia già visto due anni fa, anche se forse in forma leggermente più rudimentale, realizzato dalla Square Soft e fatto girare sull'engine della playstation 2 come prototipo per il film di FINAL FANTASY (vedremo i risultati finali quando questo film uscirà).

final fantasy

Lascio il festival ed esco per cenare. Purtroppo qualche contrattempo sulla strada del ritorno mi blocca e mi perdo l'incontro con Maurizio Nichetti. Faccio solo in tempo a sentire che secondo lui la televisione fa talmente schifo che e' naturale che la gente vada a vedere film d'animazione leggeri e divertenti come GALLINE IN FUGA.
Dopo Nichetti è ora della replica di JIN-ROH. Rimango: in parte perché il film mi e' piaciuto talmente che lo riguardo volentieri e in parte per il sadico gusto di osservare le facce del pubblico a fine film. Trovo gente con l'espressione fissa, rigida o con un miscuglio di emozioni sul volto difficilmente decifrabili, ma pochi indifferenti. Neppure io. In effetti la replica mi ha messo KO. Ci sarebbe THK 1138 di Lucas in proiezione subito dopo, ma e' quasi l'una ed il film me lo ricordo molto statico e piuttosto lento.
Inaffrontabile.
Me ne vado, abbandono il cinema, con l'intima convinzione che non riuscirò più a pensare alla favola di cappuccetto rosso allo stesso modo di ieri.


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