BERGAMO FILM MEETING
Il Bergamo Film Meeting, giunto alla sua diciannovesima edizione, si
è aperto all'insegna di un positivo eclettismo di proposte, ossia di una
molteplicità di offerte eterogenee, tra le quali non sono mancate piacevoli
sorprese.
Si riscopre ad esempio Jacques Demy, cineasta francese poco conosciuto
in Italia, che lavorò principalmente negli anni Sessanta e Settanta, distinguendosi
dall'allora imperante verbo della Novelle Vague. Demy è noto soprattutto
come "fondatore" di un musical alla francese, visto che il suo LES PARAPLUIES
DE CHERBOURG (1963) vinse la Palma d'Oro a Cannes e fu candidato all'Oscar
come miglior film straniero, poi battuto da LA DOLCE VITA. Il successo
di questo film gli ha lasciato la fama un po' ingiusta di cineasta limitato
a un sentimentalismo ingenuo, ma a guardar meglio egli rivela una consistenza
e una sensibilità inaspettate. I suoi film sono favole, di oggi o ambientate
in scenari antichi o mitici, ma il finale non è mai perfettamente lieto
e i significati vivono sul filo dell'ambiguità, facendosi portatori di
sfumature malinconiche, simbologie, e in cui la costante ricerca della
felicità sembra ancorarsi al ricordo di gioie perdute e ormai, forse,
irrecuperabili.
Condito da anacronistiche canzoni beatlesiane suonate da un pifferaio-chitarrista
folk, che lo collocano fuori dal tempo in cui è ambientato per rilevarne
la dimensione metaforica, questo film ci conferma che ci troviamo in presenza
di un autore singolare e atipico, che affronta ogni film con la leggerezza
consapevole del sorriso triste. Rimarchevole, e romantica senza stucchevolezza,
la scena finale dei bambini in fila che scompaiono in un campo di grano
inondato dal sole al tramonto.
Tra i film in concorso per l'assegnazione delle Rose Camune d'oro, delude
DIAPASON di Antonio Domenici, che si fregia del riconoscimento di primo
film Dogma italiano. Ma se del Dogma 95 rispetta le dieci "regole di castità"
dal punto di vista tecnico, non si può dire lo stesso né delle due storie
parallele narrate, né del modo di narrarle. I film Dogma, almeno i più
riusciti, sono film di ricerca, in cui la "verità" tecnica coadiuva una
verità di percorso, un'indagine interiore dei personaggi o per lo meno
un tipo di denuncia non superficiale di determinate realtà. DIAPASON,
invece, incornicia con una recitazione teatrale e un ritmo sbagliato le
vicende notturne di due ambienti diversi della Roma contemporanea, quello
vizioso della produzione cinematografica e quello di un gruppo di sbandati
di razze diverse. Ma il film non va oltre la mancanza di spessore di luoghi
comuni su Fellini e citazioni di PULP FICTION, e la "ricerca" si ferma
alle parole di un ragazzo di colore che ripete di voler cambiar vita,
cosa che, prevedibilmente, non gli riesce. Ricco di stereotipi e venato
di un decadentismo compiaciuto, non manca nemmeno la metafora sulla cecità
del produttore ricco e corrotto. LISE ET ANDRÉ di Denis Dercourt, al contrario,
è un film forte e delicato, basato su un'idea tanto semplice quanto originale,
anche se a prima vista un po' melodrammatica: una donna rapisce un prete
per portarlo in pellegrinaggio nel proprio paese natale e convincerlo
a pregare per un miracolo per il figlio in coma. I personaggi, ben costruiti,
catturano lo spettatore col proprio viaggio di crescita e cambiamento,
e ribaltano il ruolo classico della donna perduta (Lise fa la prostituta
d'alto borgo) salvata dal prete: è lei infatti a far ritrovare all'uomo
un interesse per la vita. Non patetico, anzi raffinato e sincero.
Last but not least, i film sono preceduti o seguiti da una retrospettiva
sui cartoons dei fratelli Fleischer, gli unici che negli anni Venti hanno
contrastato lo strapotere Disney, creatori di Koko the Clown e dei celeberrimi
Betty Boop e Popeye, nonché inventori di numerose innovazioni come il
rotoscopio e una tecnica per rendere tridimensionali i fondali che sono
state fondamentali per il cinema d'animazione a venire. Al festival si
può ammirare la straordinaria inventiva di un linguaggio, quello del cartoon,
ancora non standardizzato, nelle fasi della sua formazione e graduale
istituzionalizzazione. |