TEATRO VERDI DI PADOVA
la torre d'avorio 23-28/04/2013 @ 20:45
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di Andrea TONIN |
“La Torre d'Avorio”, scritto dal sudafricano
Ronald Harwood, è ispirato a una storia vera. Siamo nel 1946, nella Berlino
post-bellica sotto il comando degli alleati liberatori.
è in corso il processo di
denazificazione, ovvero la caccia ai sostenitori del regime sconfitto. In un
ufficio dell'esercito americano, il Maggiore Steve Arnold (Luca Zingaretti,
in veste anche di regista), rozzo ignorante e dissacrante, compie gli
interrogatori secondo una metodologia nemmeno troppo dura o spietata, la
quale però non manca di mettere in ginocchio gli accusati e di spingerli a
confessare qualsiasi collaborazione con la dittatura nazista. Tra i nomi dei
sospettati ne compare uno importante: Wilhelm Furtwängler, direttore
dell'orchestra di Berlino e uno dei più grandi direttori d'orchestra del suo
tempo, paragonabile soltanto ad Arturo Toscanini. Furtwängler (Massimo de
Francovich), non prese mai la tessera del partito nazista - non fece mai
segreto del suo disprezzo per le ideologie hitleriane - ma decise di non
espatriare come molti altri artisti suoi contemporanei. Era fermamente
convinto di poter combattere i tempi bui con la fiaccola dell'arte, ancor
meglio portandola direttamente in campo nemico, tra le file dei nazisti.
Continuò a dirigere la sua orchestra in condizioni privilegiate, e questo
non sta in tasca al Maggiore Arnold. Tra gli interrogati dal Maggiore c'è
anche il secondo violino dell'orchestra di Berlino, Helmut Rode (Gianluigi
Fogacci), che spinto dai metodi inquisitivi, confessa la sua collaborazione
con i nazisti e quindi viene convinto a patteggiare: informazioni scottanti
sul direttore Furtwängler in cambio dell'assoluzione e di un lavoro. Da qui in poi il Maggiore usa ogni sua risorsa per accusare e spingere alla confessione il direttore d'orchestra, in quella che sembra sempre più una battaglia personale e immotivata: che il Maestro Furtwängler sia in realtà uno strumento, un grande nome da utilizzare dagli alleati per legittimare la loro opera di denazificazione? La domanda resta aperta, e la messa in scena di Zingaretti la amplifica ancora di più: può davvero un artista lavorare solo per amore dell'arte, restando completamente estraneo ai suoi tempi, non coinvolto con nessuna ideologia o movimento politico? Il vero Furtwängler venne completamente scagionato, ma la sua reputazione non si riprese più dalle accuse infamanti mosse contro di lui. Le due stelle dello spettacolo sono indubbiamente Zingaretti e de Francovich, perfetti nel trasmettere quel rapporto opprimente di preda-cacciatore, ma nulla si può e si deve togliere all'interpretazione dei comprimari e non protagonisti - Peppino Mazzotta (il tenente Wills, nel testo il più acceso sostenitore del Maestro Furtwängler), Gianluigi Fogacci, Elena Arvigo e Caterina Gramaglia - tutti insieme a comporre un cast eccellente per un testo complesso ma ancora così attuale, dalla risoluzione difficile e personale, che porta lo spettatore a posizionarsi con l'una o con l'altra parte. Taking sides, appunto. |
Zocotoco srl "La Torre d'Avorio" di Ronald Harwood, traduzione Masolino D'Amico, scene Andrè Benaim, costumi Chiara Ferrantini, luci Pasquale Mari, regia Luca Zingaretti con Luca Zingaretti, Massimo De Francovich, Peppino Mazzotta, Gianluigi Fogacci, Elena Arvigo, Caterina Gramaglia |
la torre d'avorio con Luca Zingaretti, Massimo De Francovich regia Luca Zingaretti
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