TEATRO STABILE DEL VENETO

 

oscura immensità

tratto da Massimo Carlotto

con Giulio Scarpati, Claudio Casadio

regia Alessandro Gassmann
 

In tournée fino 03/03/2013

 

 

 

 

di Paola TELLAROLI

scheda

“Oscura immensità”, si capisce dal titolo, non è una passeggiata. Si parla di perdono, di giustizia e di vendetta, perciò il tema è scottante e non può non suscitare un dibattito. Questa pièce noir diretta da Alessandro Gassmann è tratta dall'intenso romanzo “L'oscura immensità della morte” dello scrittore padovano Massimo Carlotto, che gli ha regalato fama anche all'estero. L'autore è da sempre sensibile alle questioni della giustizia anche per la sua personale esperienza, che lo ha visto coinvolto in una controversa vicissitudine giudiziaria. Si capisce quindi come quest'opera sia molto sentita e ragionata, in quanto frutto di numerosi incontri con svariati condannati e vittime.
Tutto gira intorno ad un tragico fatto di cronaca: l'assassinio da parte di due malviventi di una donna e del figlio, lasciando il padre e marito in una profonda solitudine, tra sentimenti di rabbia, disperazione e desiderio di vendetta. Una pena non molto diversa da quella che sta scontando uno dei due colpevoli, condannato alla detenzione fino alla fine dei suoi giorni, se non che dopo quindici anni l'ergastolano scopre di avere un tumore e chiede la grazia. E qui viene il bello: come deve reagire la vittima? Concedere il nobile gesto del perdono oppure lasciarsi tentare dall' occhio per occhio?
Attraversando i tanti opposti sentimenti legati al tema della giustizia, si vanno ad esplorare varie sfaccettature del dolore dei due personaggi antagonisti. I protagonisti, Silvano Contin e Raffaello Beggiato, apparentemente vittima e carnefice, monologano davanti ad una velata quarta parete che mette a confronto le loro angosce, senza mai lasciarle incontrare. Le  due solitudini, diametralmente opposte, non arrivano mai a mediarsi. Il dramma di un'esistenza segnata qui è visto da entrambe le facce della medaglia: Silvano ossessionato dalle voci supplicanti e dai fantasmi dei cari perduti, Raffaello costretto a convivere in pochi metri quadri e senza alcuna distrazione con un ergastolo e un tumore. Se inizialmente per lo spettatore la presa di posizione è quasi scontata, i ruoli presto si scambiano, evocando sentimenti contrastanti e complicando il compito di definire la linea che separa il giusto dallo sbagliato, il bene dal male. L'oscura immensità è l'esistenza incrinata di questi due personaggi, per sempre marchiata.
Gli attori hanno energie e carismi molto diversi, e forse la soluzione dei monologhi paralleli non aiuta l'enfasi del racconto, che avrebbe potuto raggiungere un apice nell'incontro fra i personaggi, ma che in questo modo si riduce quasi a una lettura delle pagine di Carlotto. La recitazione di Giulio Scarpati risulta meno convincente in teatro che nella fiction, mentre Claudio Casadio offre una vibrante interpretazione, solo rimane un poco dubbio l'uso della cadenza emiliana. La regia di Alessandro Gassmann riesce a dare ritmi e temperature diversi allo spettacolo, trovando soluzioni “cinematografiche” grazie all'uso misurato di proiezioni e a cambiamenti nella scena.

La materia è senza dubbio attuale e coinvolgente, ed è un interessante spunto di riflessione sulla giustizia e sui ruoli che ci ritroviamo ogni giorno a interpretare. Proprio per questo si potrebbe tentare di scavare più a fondo nei personaggi. Spicca la scenografia sempre piacevolmente movimentata e a tratti cinematografica di Gianluca Amodio.
Oscura immensità tratto dal romanzo “L’oscura immensità della morte” di Massimo Carlotto con Giulio Scarpati, Claudio Casadio scene di Gianluca Amodio costumi di Lauretta Salvagnin luci di Pasquale Mari musiche e videografia di Marco Schiavoni regia Alessandro Gassmann

SITO UFFICIALE

 

oscura immensità

con Giulio Scarpati, Claudio Casadio

regia Alessandro Gassmann