Attorno.
Ambientazione fredda, intenzionalmente minimale perché ciò che conta sono le
parole che stanno per relazioni, intrecci di vite che si dipanano
progressivamente attorno ad un letto-divano e ad un albero di natale. È uno
spazio familiare ma senza calore. Le vite dei personaggi qui si
sovrappongono ma non si incontrano mai veramente.
Dentro. Una coppia, una famiglia, un nonno ed un nipote. Apparentemente
ciascuno si racconta attraverso le relazioni che stabilisce con l’altro che
è in scena, ma in realtà ogni personaggio rileva la crudezza e la solitudine
della sua condizione, portata talvolta all’esasperazione. I frammenti di
vita che i protagonisti portano in scena sono carichi di rabbia, di
frustrazione, di violenza, di disagio, in cui non c’è soluzione. Nessuno è
salvo.
Ma anche con questa consapevolezza resta il tentativo di cercare una
comunicazione possibile. È proprio questo che mantiene il legame col
pubblico, anche se la disperazione dei personaggi nega la possibilità di
empatizzare, resta un nucleo di umanità condivisa. Il testo, a tratti osceno
e irriverente, urlato e sconnesso, non perde mai il mordente anche grazie
all’ottima recitazione. Lo spettatore, violentemente spinto da una scena
all’altra, arriva nell’arco dello spettacolo a ricomporre i pezzi dando
senso alla desolazione e all’amarezza che lo colpiscono fin dall’inizio. La
struttura del testo, che si ripiega su se stessa, è analoga al percorso
interiore dei personaggi che dopo il tentativo, illusorio, di stare in
relazione gli uni con gli altri, si ripiegano su se stessi, definitivamente
soli. Il tema della morte aleggia sulla scena fin dall’inizio
concretizzandosi progressivamente come l’unica soluzione possibile.
Le figure maschili sembrano ossessionate dall’ostentare o ricercare questa
potenza virile, sessuale; vincitore senza gloria è colui che esercita la
forza, che agisce la violenza, che “si fa rispettare”.28/30 |
Carrozzeria Orfeo Centro RAT-Teatro
dell’Acquario co-prodotto da Kilowatt Festival col contributo di Teatro
Stabile del Veneto IDOLI, drammaturgia Gabriele Di Luca, regia Gabriele Di
Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi con Gabriele Di Luca, Giulia
Maulucci, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi |