TEATRO CARLO GOLDONI PRESENTA...
 

EXTREME

RASSEGNA

Venezia, Teatro Goldoni, 11-20 novembre 2010

 

di Carlotta BON

 

 

sul confine (CARROZZERIA ORFEO): scheda

7,14,21,28 (antonio rezza): scheda

pop star (babilonia teatri): scheda

maccadamia nutt brittle (ricci/forte): scheda

bestiale improvviso (santasangre): scheda

Si è conclusa sabato 20 novembre la “coraggiosa” rassegna EXTREME svoltasi al Teatro stabile del veneto Goldoni. Iniziata giovedì 11 novembre ha visto un climax crescente di nuovi talenti, Carrozzeria Orfeo, Antonio Rezza, Babilonia Teatri, Ricci/Forte e Santasangre, comprovando l’incontenibile esistenza, di potenzialità e bramosia d’espressione, che è viva e forte più che mai nella nuova generazione.

“Coraggiosa” perchè, questa rassegna “EXTREMA”, titolo decisamente appropriato, apre una nuova porta rivoluzionaria, in un teatro “classico”, sovvertendone le tradizionali regole.

Sono cinque gli spettacoli che s’insinuano nelle viscere più profonde del Teatro Goldoni, modificandone persino l’assetto fisico, per renderlo consono alla nuova tipologia di messa in scena.

Costruita una platea rialzata che nasconde le ridondanti poltroncine rosse, simbolo del teatro all’italiana, si crea un ambiente quanto possibile asettico e neutrale che soddisfa le esigenze richieste dalla nuova tipologia di spettacolo. È necessario creare una situazione intima con lo spettatore ricercando con esso l’incontro, e nel contempo lo scontro, in modo da scaturire nell’astante le più profonde e recondite emozioni. Questo teatro non vuole più lo spettatore passivo ma un pubblico emozionato che guarda l’attore negli occhi e percepisce la sua carica emotiva trasmettendogli il messaggio della propria ‘opera’.

 

Così, "Sul confine", "7-14-21-28", "Pop star", "Maccadamia Nutt Brittle" e "Bestiale Improvviso", non hanno un filo conduttore a guidarli, ma ognuno di questi spettacoli vive di vita propria. Ogni compagnia cattura i presenti in sala, inghiottendoli all’interno del loro mondo, dove ogni gruppo con la propria tecnica racconta storie diverse con mezzi espressivi personali, lasciando nell’animo dello spettatore emozioni dissimili come se il pubblico avesse vissuto, in cinque mondi differenti.

 

La rassegna si apre con "Sul Confine", spettacolo della compagnia Carrozzeria Orfeo.

Eccezionalmente gestita, la storia di una guerra raccontata da tre uomini mentre si trovano “sul confine” tra vita e morte. È la guerra per antonomasia, non importa di “chi contro chi” purchè sia giocata sempre al limite. S’intrecciano, un presente surreale e un passato fatto di ricordi, che prende consistenza e si fa concretezza nelle menti degli uomini-soldati sdoppiando i piani temporali, fondendoli, intrecciandoli, tra finzione e verità. Una scenografia fatta di buio e raggi di luce che nascondono e svelano i movimenti dei soldati creando delle drammatiche ed espressive “foto di scena”. Bagliori di luce che a intermittenza si fondono poeticamente con i lampi di confidenza umana, d’altronde: ‘che cosa è un uomo, se non un lampo di luce in una notte scura?’

Usciamo da questo spettacolo che ci lascia l’amaro in bocca, ed il turbamento di sapere che queste guerre, sia interiori che razionali, sono la realtà dei giorni nostri, e il castigo dei giorni futuri.

 

Continua la rassegna, nella visione pessimistica della vita, con la messa in scena di Antono Rezza, con "7-14-21-28". Un uomo apparentemente indifeso, disinteressato ai problemi della società che lo circonda, subisce una vita priva di sentimento. Sopraffatto dall’esistenza d’ogni giorno inizia a discendere in una nevrosi che lo riduce a codificare tutta la sua esistenza in base ai numeri portando l’essere animato a fondersi con la civiltà numerica al declino. Questa confusionaria ma metodica realtà è perfettamente descritta dalla scenografia composta da corde, reti e lacci che tengono in piedi la situazione. Si gioca alla vita in un ideogramma. Il tratto, tradotto in tre dimensioni, sviluppa volumi triangolari diretti verso l’alto che coesistono con linee orizzontali: ma in verticale si muove solo l’uomo. Ogni elemento apparentemente inutile agli occhi dello spettatore diviene fondamentale mezzo d’espressione narrativa con un semplice e veloce gesto dell’attore.

 

Abbandoniamo anche questo spettacolo ricolmo della straripante personalità di Antonio Rezza per passare a quello successivo intitolato "Pop Star", creato da Babilonia Teatri. È a dir poco, freddo diretto, e sconclusionato, pieno di colori e azioni che, camuffate da icone chic, colori folli, e toni scanzonati, racchiudono invece, tutto assieme il peggio di questa nostra società immorale. Il risultato è quello dell’impatto irrompente e delirante che può provocare un quadro di Pop Art.

 

Vittime,carnefici, protagonisti di questo snuff movie che la vita offre siamo noi, alla disperata ricerca di amore in un mondo impossibile. Perchè alla fine anche la natura, come gli uomini, è troia e infedele. Sempre.

Ricci/Forte.

In queste tre righe tutto il contenuto dello spettacolo!...forti brutalmente crudi, privi di mezzi termini che rischiano solo di ‘indorare la pillola’.

"Maccademia Nutt Brittle" ci sbatte in faccia tutte le nostre perversioni e la paura di viverle per non essere processati da una società apparentemente bigotta ma che sotto la pelle porta le medesime deviazioni. Un exursus della nostra vita tramite un overdose di fiction, reality show, cartoons e chi più ne ha più ne metta...dove tutti i presenti in sala, forse per la prima volta, conoscevano alla perfezione tutti i nomi menzionati e questo porta lo spettatore a sentirsi toccato nel profondo, perchè lo spettacolo, entra nella sua vita quotidiana facendogli scorrere un brivido di disgusto lungo la schiena.

 

Maccademia Nutt Brittle si avvicina all’apoteosi, che viene però raggiunta dalla compagnia Santasangre con "Bestiale improvviso". A mio parere uno dei più romantici ed incisivi spettacoli della rassegna. Teatro di suoni ed immagini, porta lo spettatore a rimanere solo con se stesso, isolato in questo mondo asettico, avvolto nella nebbia che unisce palco e platea creando una fusione tra spettacolo e spettatore.

Tre attrici danzano in modo divinamente in accordo con la successione di suoni e proiezioni luminose. Mimano l’energia primordiale o forse quella nucleare, che entra dentro di loro mutandone e deformandone i loro aspetti. Fenomenali i loro corpi magri e ossuti che messi in evidenza dall’intelligente uso dei costumi, rendono le attrici-danzatrici dei piccoli alieni che ad ogni movimento mutano le loro forme, tramutandosi in entità differenti, a volte ricordano l’uomo, altre un animale, altre ancora un essere unicellulare, un embrione in crescita che prima o poi diverrà qualcosa, ma che ora è solo un entità in sviluppo priva di una forma precisa. I giochi d’energia creati dai corpi delle ‘attrici’ e accompagnati da suoni e proiezioni luminose, culminano in un’apoteosi di forza luminosa che abbaglia il pubblico lasciandolo stordito in balia delle proprie domande.

 

Se questo è il risultato ottenuto con questa rischiosa rassegna, allora diciamo grazie Teatro Goldoni per averci dato la possibilità di spingerci oltre il classico teatro... ed arrivare all’extremo.

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Venezia, Teatro Goldoni, 11-20 novembre 2010