TEATRO STABILE DEL
VENETO Honoré de Balzac L'AFFARISTA regia Antonio Calenda
con Geppy Gleijeses,
Marianella Bargilli, Paila Pavese |
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l'affarista: scheda |
«Ecco qua l'onore moderno! Vendi gesso per zucchero: se riesci ad arricchirti senza suscitare lamentele, diventi deputato, senatore, ministro!»
Questa affermazione di Mercadet, è il cuore pulsante della messa in scena. Tale frase ci scaraventa addosso con forza la verità della società, immutata da secoli, qui raccontata da Balzac in una commedia che è oggi di stringente attualità, proposta da Antonio Calenda ,con graffiante ironia. Si tratta di speculazione finanziaria, gioco in Borsa, il losco e cinico mondo degli affari: la Parigi dell‘Ottocento assomiglia molto da vicino alla nostra contemporaneità. La vita di August Mercadet, uomo d'affari arruffone e poco scrupoloso, è costruita in modo maniacale su un'unica idea fissa: quella di arricchire,speculare. Egli è mosso da una libido del denaro, che vive come una nevrosi esistenziale. Il gioco in Borsa con denari che non gli appartengono, lo conducono sull'orlo della bancarotta, assediato dai creditori: una crisi, che Mercadet imputa al socio Godeau, fuggito alcuni anni prima con la cassa a cercar fortuna nelle Indie e di cui nulla si sa più. Nell’attesa del suo Godeu, Mercadet non resta immobile, tutt’altro: convinto che il motore della società moderna sia il denaro e che l’onore sia fondato ormai sulla sola apparenza, usa la moglie quale stendardo della propria fortuna e la costringe a partecipare elegantemente abbigliata a ogni occasione mondana. È tremendo come i modi e le azioni dei personaggi ci ricordano e rispecchiano perfettamente quello che quotidianamente vediamo nella nostra epoca programmi televisivi e tg compresi. Questa messa in scena diviene uno specchio dell’attualità che velato di tagliente ironia ci fa inconsciamente riflettere, su di noi, sulle nostre esistenze all’interno della società. Assolutamente interessante lo studio attento e meticoloso dei personaggi, costruiti tramite il costume ed il trucco in modo sapiente, originale e di grande effetto visivo(dalla straordinaria Carla Teti). Ognuno di essi è preso e studiato in modo singolare. Estrapolato il succo della sua personalità dal testo, la costumista plasma il personaggio nella scena, creando un’entità che ci trasmette emozioni vere. Ecco che ogni personaggio dunque ci suscita emozioni differenti, chi simpatia chi antipatia o ribrezzo. Questa carica di emozionalità viene amplificata dalla scenografia, di Pier Paolo Bisleri, asciutta ma estremamente funzionale alla drammaturgia. La scena dunque, segue e asseconda agevolando silenziosamente la narrazione della commedia, è neutrale, ma nel contempo diviene tramite della carica emozionale che il testo ci espone.
Complessivamente "L’Affarista" è uno spettacolo piacevole, ma nel contempo intelligente, ironico e pungente: decisamente da vedere. |
Honoré de Balzac l'affarista regia di Antonio Calenda
traduzione di Alberto
Bassetti
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