1. IL PRATO CHE PIANGE
1. Foce del Vardar nel golfo di Salonicco, circa 1919. Una leggera nebbia è
sospesa sopra la terra fangosa, nuda come una steppa, che si estende a
perdita d'occhio. Più in basso, scorre un vasto fiume dalla calme acque.
In lontananza, spunta dalla nebbia una folla numerosa. Uomini, donne,
bambini. Avanzano lentamente nel fango, risultato di una recente pioggia,
con valigie e fagotti in mano. I loro vestiti lisi, spesso strappati,
denotano tuttavia una certa nobiltà. Un forte vento percuote il paesaggio.
Arrivato all'altezza del fiume, il gruppo viene bloccato da una voce:
- Ehi!
Uno dei pescatori del fiume, su una piccola barca, ha abbandonato la sua
rete e posa su di loro uno sguardo interrogativo. Di nuovo la voce del
pescatore:
- Da dove venite? Chi siete?
L'uomo di circa quarant'anni che, con tutta evidenza, è a capo del gruppo,
avanza e gli risponde con voce roca:
- Siamo Greci...Gli ultimi profughi di Odessa...Le navi ci hanno portato a
Salonicco...Un mese di quarantena, a vivere di conserve...Poi le autorità ci
hanno detto di camminare verso est...Vedrete una colonna antica e un
fiume...
A partire da quella colonna fino al fiume, la terra è vostra...
Il pescatore alza la mano e con un gesto mostra il fiume in tutta la sua
lunghezza.
L'uomo che aveva preso la parola fa un passo avanti. Ai suoi fianchi, una
donna gracile, sua moglie, e due bambini: un bambino di circa cinque anni e
una bambina, più piccola, neonata o quasi. Il bambino tiene per mano la
bambina che sembra sperduta, impaurita. Negli occhi dell'uomo un'ombra passa
improvvisa, fa ancora un passo avanti, il mento gli trema come se rivivesse
un incubo.
-La rivoluzione del '17 si era estesa in tutto il paese...La cavalleria
dell'Armata Rossa galoppava...Gli stranieri prendevano la fuga...Il
quartiere greco della città si è svuotato. Noi siamo rimasti per
ultimi...Tremila anime.
Il console urlava:
-Non capite che siete in pericolo?
-Ma come abbandonare tutti questi anni della nostra vita, le nostre case, i
nostri beni?
Il console continuava a gridare:
-Preferite le vostre case o le vostre teste?
Il giorno di Santo Stefano, l'Armata Rossa è entrata in città. La folla
sconvolta è dilagata verso il porto. Le navi si riempivano e ripartivano con
il loro carico umano appeso al cordame. Delle famiglie si
separavano...Fagotti, valigie, bauli dal prezioso contenuto venivano gettati
in mare per far posto alla gente. Nei quartieri si sentiva sparare.
Le navi fischiavano.
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