lo schermo dell'arte film festival

V edizione

 

Firenze, 21 / 25 novembre 2012

 

 

in  questa edizione

di Manuela Menici
 

Nel suo testo Psicomagia Alejandro Jodorowsky sostiene che l’arte deve guarire, altrimenti non è arte, trovo questo pensiero molto interessante. LO SCHERMO DELL’ARTE FILM FESTIVAL 2012 giunto alla sua quinta edizione che si è appena concluso ha la capacità se non di guarire di lenire le ferite che una città come Firenze ha nel proporre l’arte contemporanea. Il successo di questo festival diretto da Silvia Lucchesi è la dimostrazione che si può fare un lavoro di ricerca e raffinata selezione consentendo ad un pubblico diversificato di mettersi in relazione con i principali attori del panorama artistico internazionale, di contribuire insomma alla necessaria ricerca sui linguaggi della cultura figurativa contemporanea.


Damien Hirst
 

Uno dei film più attesi dal pubblico fiorentino è stato DAMIEN HIRST: THOUGHT, WORK, LIFE di Chris King. Vediamo un giovane Damien Hirst ai tempi dalla storica mostra collettiva SENSATION del 1997, già allora sono presenti quelli che saranno i capisaldi della sua ricerca artistica, tra questi centrale è il tema della morte e ben definiti i tratti del suo carattere quali la determinazione e l’ironia.
Oggi le farfalle sono una specie di "marchio di fabbrica" dell’artista, due anni fa la sua opera "I Am Become Death, Shatterer of Worlds", una bellissima tela interamente ricoperta di migliaia d’ali di farfalle morte, aveva spuntato all’asta 2.2 milioni di sterline e all’ultima edizione di Artissima a Torino i suoi lavori erano presenti nella galleria Other Criteria, di Londra, che è l'unica, mi pare, che riportasse i prezzi direttamente sui cartellini delle opere…
Accompagnato da una colonna sonora con estratti di brani di The Clash, The Stone Roses e Peters & Lee il documentario di soli 37 minuti ci restituisce una visione nitida e asettica dell’artista inglese.

 

Liu Xiao-Dong

 

Ci dice la Gestalt che “il tutto è piu’ della somma delle singole parti” e l’aver proiettato dopo Damien Hirst il film sull’artista cinese Liu Xiao-Dong dal titolo HOMETOWN BOY di Yao Hung-I è già di per sé un messaggio. Pittore figurativo tra i più noti nel panorama artistico cinese, Liu Xiao-Dong fa ritorno per un lungo periodo nella sua città natale, Jincheng, ritrovando e ridipingendo i familiari e gli amici ritratti molti anni prima. Il viaggio di riscoperta di luoghi e presenze del passato ci restituisce un emozionante ritratto e testimonia il misterioso processo del suo modo di dipingere. Ha un rapporto molto fisico nei confronti della pittura ed appena termina un quadro si sdraia distrutto come se quella che esce dalle sue mani oltre a capacità tecnica sia qualcosa di più, di ancestrale, un’energia che uscendo lo lascia prosciugato. Gli interni semplici delle case degli amici e dei suoi familiari ci mostrano un’artista che non ha perso il contatto con la realtà, la sua realtà, i suoi affetti. Commoventi i pranzi con i vecchi genitori, il padre che fuma di nascosto alla madre e che per nascondere la sigaretta si è fatto un sacco di buchi nei pantaloni, le risate che ne scaturiscono tra loro sono belle quanto le pennellate che l’artista traccia sulla tela con sensibilità e forza innate.

 

Dan Perjovschi youtube
 

Il documentario sull’artista rumeno dal titolo DAN PERJOVSCHI SOLO IN ROME di Milo Adami mi è piaciuto moltissimo.Intervistato in occasione della sua prima mostra personale italiana al museo MACRO di Roma e filmato sotto lo sguardo del pubblico mentre anima i suoi pungenti disegni mi ha fatto pensare a cosa dice Orson Welles nel film La ricotta di Pasolini a proposito di Fellini: “egli danza”, sembrerà un paragone azzardato ma Dan Perjovschi danza, lo fa con una raffinatezza ed un’umiltà che mi fanno credere che l’artista è una ricchezza per la società e non solo per il mercato dell’arte.


Mark Lombardi

L’ultimo documentario sarebbe il caso di dire “the last but not least” che ho avuto il piacere di vedere è MARK LOMBARDI – DEATH DEFYING ACTS OF ART AND CONSPIRACY di Mareike Wegener.
Con le sue mappe concettuali l’artista americano ha svelato le relazioni tra politica e finanza, ricercando, archiviando e schematizzando, sotto forma di dense ed eleganti nubi grafiche, dati tratti da ogni genere di fonte.
è tutta informazione pubblica. La sto solo rielaborando” afferma l’artista che indagando in territori così delicati come le relazioni tra economia e politica ha trovato la morte a nemmeno 50 anni, forse per suicidio.

SITO UFFICIALE

 

lo schermo dell'arte 5.edizione

Firenze, 21 / 25 novembre 2012