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war world z
di Marc Foster |
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di Giacomo FERUGLIO | |
28/30
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Ero francamente curioso ma soprattutto prevenuto nei
confronti di questo film. Gli zombi nel libro di Brooks sono lenti e
numerosi, mentre Foster si collega a quel nuovo filone (partito con DAWN OF
THE DEAD del geniale Zack Snyder, ora sugli schermi con MAN OF STEEL) che li
vuole invece rapidissimi nei movimenti e nelle decisioni. Il libro poi è
originale nel raccontare la guerra mondiale agli zombi in un racconto
corale, dove uomini e donne dai diversi accenti e storie personali rivivono
per l'intervistatore le loro più o meno eroiche esperienze, facendoci
scoprire poco a poco come la stessa geopolitica del mondo, a distanza di 10
anni dal paziente zero, sia cambiata. Cinque minuti dopo l'inizio del film
mi ero già scordato del libro e dei suoi patetici zombi. E, fino a circa
mezz'ora dalla fine, mi sarei perfino completamente scordato delle enormi
difficoltà produttive che la pellicola ha conosciuto, se il film - come un
vagoncino sparato sulle montagne russe a 150 all'ora, che giunto in cima
alla montagna di traversine e ferro si prepara alla rapidissima discesa e
invece si ferma - improvvisamente non cambiasse direzione - proprio come
l'aereo di Brad Pitt che invece di andare a Mosca - com'era nelle intenzioni
iniziali di Marc Foster - atterra, anzi, precipita, in Nuova Scozia o sù di
lì. Da quel momento, e siamo più o meno a 3/4 della storia, il mio interesse scema, fino a
che non appare Pierfrancesco Favino che è proprio una bella sorpresa, come
il suo inglese perfetto. La mia attenzione risale seppure il film sembra a
questo punto una copia scialba dei vari RESIDENT EVIL, però la soluzione
escogitata per ingannare gli zombi che nel libro non c'è, qui è invece
sorprendente e il mio interesse si rivitalizza. Gli ultimissimi minuti
scorrono forse troppo veloci e mentre la voce narrante di Bradd Pitt ci
spiega che questo è solo l'inizio ecco che con rapidi sequenze spettacolari
(si intravvede la Piazza Rossa, montagne di cadaveri morti e cime di
cadaveri vivi, c'è pure una Venezia invasa dai non-morti) ci
viene mostrato che sì, la guerrà è globale e probabilmente - visto che in un
fine settimana ha incassato quasi quanto è costato - se ne riparlerà nel
seguito. Peccato per sto finale lavato un po' via, perchè al di là di questo, la pellicola è godibile e l'intensa azione ci tiene letteralmente inchiodati alla poltroncina per quasi tutte le due ore - tanto che in effetti è il finale l'unico indizio dei guai produttivi e post produttivi. Poi a rivedere il trailer si scopre che gli indizi sono più di uno: nel film manca per esempio il riferimento ai 90 giorni di tempo per salvare il mondo che avrebbe dato certamente al viaggio del protagonista una diversa dimensione. Così come ora è l'India e non la Russia ad essere un "buco nero" da cui difficilmente si fa ritorno. A guardare i titoli di coda si vede che ci sono anche un sacco di attori (uno fra tutti Matthew "Lost" Fox) che sono spariti dal prodotto finito, inghiottiti da tagli e montaggi negati. E a leggere in giro si scopre che probabilmente molto del materiale non montato era già stato preparato per la distribuzione. (Qui trovate tutte le informazioni sul finale originale). Scoperto ora cosa sarebbe potuto davvero essere WAR WORLD Z e domandomi se molto del materiale scartato sarà usato nel già annunciato sequel piuttosto che nel bluray, mi rimetto a leggere il romanzo di Max Brooks. Che è poi il figlio di Mel. |
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war world
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