VUOTI A RENDERE

di Jan Sverak

con Daniela Kolarova, Zdenek Sverak
Altri interpreti: Tatiana Vilhelmova, Robin Soudek

di Chiara TOGNOLI

 

28/30

 

Il titolo della commedia del regista ceco Jan Sverak, Vuoti a rendere, è una felice enunciazione non solo del lavoro che il protagonista Josef Tkaloun, ex professore di liceo, si procura per evitare la noia della pensione, ma è anche metafora dello scambio di simpatia e umano calore tra il protagonista e gli avventori del piccolo supermercato in cui si impiega al banco della resa delle bottiglie.
Il film conclude la trilogia con cui il regista Jan Sverak e lo sceneggiatore e attore Zdenek Sverak (rispettivamente figlio e padre) esplorano le fasi della vita, a partire dal racconto sull'infanzia di Scuola elementare (1992, nominato agli Oscar) e passando per l'analisi dell'età adulta di Kolya (1996, vincitore del premio Oscar come miglior film straniero). Vuoti a rendere indaga, infatti, le pieghe dell'età matura in cui sempre più spesso uomini e donne ancora nel pieno della vitalità si ritrovano a dover fare i conti con una società che li ha ormai etichettati come "anziani”. Nella società odierna il vecchio non è più la saggia figura di guida perché tutte le categorie sociali sono appiattite allo stesso livello. Ma il combattivo Josef Tkaloun non si rassegna a tale condizione, ha ancora molto da offrire al mondo ed è ancora pieno di ambizioni e desideri, anche sessuali, che sfociano in una serie di divertentissimi quanto stereotipati sogni erotici che finiscono col mescolare realtà e fantasia.
Josef Tkaloun (interpretato da Zdenek Sverak) si ritrova alla soglia dei 65 anni con un buffo tic alla testa e una connaturata e totale incomprensione per i moderni mezzi di comunicazione. Durante quella che sarà la sua ultima lezione come docente di lettere ha un'illuminazione. Uno studente arrogante cita in continuazione l'America come ideale di società libera e civile: “In America io sarei libero di non scrivere il suo dettato". Il professore sbotta: "Qui non siamo in America, spero tu te ne sia accorto". Non siamo in America, ma le cose sono cambiate, Josef Tkaloun si rende conto d'improvviso di non essere più in grado di capire i suoi studenti. Con un colpo di spugna, simbolico e concreto, visto che la sua reazione al commento dello studente sarà proprio strizzargli in testa la spugna bagnata della lavagna, dà una svolta alla propria vita.
Lascia la scuola ma non si arrende alla pensione, si avventura alla ricerca di un nuovo lavoro che possa tornare a dargli soddisfazione fino a trovare impiego allo sportello della resa delle bottiglie, sportello al quale la gente si affaccia alla ricerca di un po’ di affetto e di umana comprensione.
Il film, permeato di una sottile e intelligente ironia, svela il lato più sensibile dei personaggi con tutta la loro necessità, pura e semplice, di stabilire, e a volte di ristabilire, dei contatti autentici con le persone. Nell’andirivieni degli stravaganti clienti del banco della resa delle bottiglie, tra cui la vecchietta fissata con gli sconti, la disinibita ragazza dall’ombelico scoperto, il giovane birra-dipendente, Josef Tkaloun si ritroverà a dover affrontare senza filtri lo stanco rapporto con la moglie, il carattere severo e un po’ bigotto della figlia, il rapporto con il nipotino. Il tutto sullo sfondo di una deliziosa e tersa Praga invernale.
 

29:01:2009

Vratné lahve
Regia: Jan Sverak

Germania/Repubblica Ceca 2007, 103'
DUI: 16 gennaio 2009

Fandango
Commedia