L'UOMO CHE NON C'ERA
di Joel Coen
con Billy Bob Thornton, Frances McDormand e James Gandolfini



Cinema replicante, postmoderno e trasversale, nell'attraversamento multiverso dei generi, capace come nessun altro di costruire spazi dotati di enigmatica eloquenza e di allestire racconti, che sembrano stratificare diversi livelli di senso, ma spesso, semplicemente, non li hanno.
Difficile seguire l'allusività e le venature simboliche dei testi coeniani nella moltiplicazione infinita di segni, rimandi, citazioni: l'ossessione per la forma circolare [dischi volanti, cerchioni d'auto] non è altro da se stessa e la cosa viene ribadita in conferenza stampa. Lo stesso spunto iniziale pare realmente provenire da un manifesto affisso nel negozio di un barbiere, da una scena di THE HUDSUCKER PROXY: pura fascinazione visiva per i diversi tagli di capelli in voga negli anni '40 in America e lì rappresentati. Così come l'aria bogartiana di Bob Thornton, vissuta nel feroce consumo esistenzialista di tabacco senza filtro [Chesterfield], e la matrice noir che segna il film dall'inizio alla fine, sarebbero tutti espedienti estetici, in primis l'inevitabile bianco e nero, per farci credere "quanto sia importante quest'opera" ["to let people know how important this film is", sempre dalla conferenza], oppure per farci vedere meglio quanto "sudino i protagonisti della pellicola"......
E' chiaro che il gioco non finisce qui. E' chiaro che le minuziosità referenziali dei Coen continuano a soddisfare le esigenze del cinefilo. E' chiaro che, in definitiva, vogliamo continuare a cercare il disegno complessivo anche in opere che non lo prevedono e che, come BROTHER, WHERE ARE THOU? e diversamente dal contenutismo di THE BIG LEBOWSKY o di FARGO, vivono in funzione di una concezione - mai così auspicabile! - di art pour l'art. La vicenda si articola nella tipica sequenza di crime and punishment del cinema americano [noir, inevitabilmente] dei già citati anni '40: a corredo di ciò, fotografia tra l'espressionista e il wellesiano, controluce e sagome in nero, profondità di campo, iperdescrittivismo dei dettagli. Thornton è il coiffeur passivo di fronte ai tradimenti della moglie, Mc Dormand as usual, e capace di un solo, improvviso scatto di vitalità primitiva, quando, per reperire il denaro necessario a mettersi in affari, non esita a ricattare l' amante della consorte, che ne è il capufficio [James Gandolfini, ogni volta più grande]. Ma da ciò agli abissi, il passo è breve, compresa la vicenda della ragazzina pianista, che, in un tentativo di amore in versione orale, fa deragliare automobile - da cui il cerchione e relativo, infinito, eloquente carrello - e linearità di un'esistenza senza colore [black'n white, appunto].

Voto: 30/30

Gabriele FRANCIONI
29 - 10 - 01


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