La premessa è che misurarsi
con i mostri sacri non è mai un'impresa facile.
Al remake del celeberrimo film diretto da Robert Wise nel 1951,
Ultimatum alla Terra (tit. originale The
Day the Earth Stood Still), mancano di fondo quegli elementi che
hanno reso il capolavoro di Wise un vero e proprio cult movie per gli
appassionati del genere fantascientifico. Non è però soltanto questo a
rendere l'interpretazione del nuovo millennio meno imponente.
Quando, cinquantasette anni fa, un disco volante alieno atterrava a
Washington D.C. e per la prima volta la razza umana incontrava Klaatu (al
secolo Michael Rennie) extraterrestre con fattezze umane avvolte in una tuta
spaziale, il mondo si trovava nel crescendo della Guerra Fredda tra USA e
URSS e nel rivoluzionario messaggio che giungeva dallo spazio il nemico da
sconfiggere non era più il blocco sovietico, ma l'uomo stesso, in quanto
essere violento e distruttore.
Oggi, una gigantesca sfera luminosa atterra a New York in pieno Central Park
(scena tributo all'ultimissimo Shyamalan?), dopotutto siamo nell'era delle
Torri Gemelle e degli effetti speciali in digitale, Keanu Reeves è già
troppo alieno, nel nostro immaginario post-Matrix, per apparirci da subito
nudo e crudo sotto umane spoglie, e la nuova creatura caduta dalle stelle
per dare al mondo il suo Ultimatum, ci si presenta ricoperta da una placenta
fluida e gelatinosa, sotto uno strato di triplo DNA.
A nostro favore, c'è da dire che l'arrivo del misterioso oggetto non giunge
totalmente inaspettato, come nelle intenzioni del romanzo 'Addio al Padrone'
(Farewell to the Master') di Harry Bates da cui fu tratto il primo plot
narrativo. L' ufo viene infatti intercettato con qualche ora di anticipo
rispetto all'impatto, il tutto grazie ai moderni e sofisticati mezzi di
intelligence americana e al rapimento (letterale) della migliore équipe di
scienziati in circolazione. Tra questi, Helen Benson (una brava Jennifer
Connelly), che rispetto alla coraggiosa madre anni 50 che per mantenere il
figlio affittava camere, ricopre il ruolo decisamente più centrale di una
brillante biologa, con un ragazzino di colore a carico con il quale sta
cercando di trovare una difficile chiave di dialogo. Spetterà dunque a lei
il pericoloso compito di convincere il temibile e perfetto Keanu Reeves che
noi umani siamo anche capaci di amore, specialmente se si sta parlando di
una madre, biologica o no.
Appena uscito dalla sfera, Klaatu viene ucciso dalla pallottola vagante di
un militare nervoso. Raccolto fra le braccia e rianimato dall'inseparabile
Gort, gigantesco automa che ne custodisce il potere, è ricoverato d'urgenza
e confinato in un laboratorio per esperimenti dal quale riesce ad evadere,
dopo aver richiesto, senza successo, che venga organizzato un incontro con i
principali esponenti del pianeta. è
anche il suo messaggio ad essere cambiato: il motivo di preoccupazione è sì
la Terra, ma in quanto ambiente naturale messo a rischio di morte dalla
violenza e dall'ingordigia di un'unica razza dominante (non più l'uomo che
distrugge l'uomo - argomento comunque attuale - ma l'uomo che distrugge
tutto il resto, e, finalmente, anche se stesso). La scelta allora è fra un
cambio di rotta radicale, o l'apocalisse.
Della pellicola originale, il remake mantiene la spettacolarità della
sequenza delle grandi capitali congelate e sospese, con la valida aggiunta
di un 3D realistico nell'invasione sterminatrice di cavallette meccaniche.
Ciononostante, questo Ultimatum alla
terra non riesce ad avvicinare il suo predecessore, forse manca della
stessa schietta linearità nella sceneggiatura, di una maggiore semplicità
nei personaggi, e, finalmente, del suo più vero e potente grido di
battaglia: 'Klaatu, Barada, Nikto!', di fronte al quale anche George Lucas e
Sam Raimi, tra gli altri, devono aver tremato, per poi citarlo ad esorcismo
nei loro successivi lavori. Insomma, come (e meno di altri) film di genere
apocalittico che tanto affollano le sale cinematografiche, si lascia ben
guardare se si cercano due ore di puro intrattenimento, ma se riuscite a
trovarlo, affittate l'originale.
15:12:2008
|