TROY
di Wolfgang Petersen
Con: Brad Pitt, Eric Bana, Orlando Bloom

E con: Peter O'Toole, Brendan Gleeson, Saffron Burrows

di Umberto PARLAGRECO


Grecia, XIII secolo a.c.: durante una missione diplomatica il principe troiano Paride si innamora di Elena, moglie infelice (e infedele) del re di Sparta Menelao. Paride decide di portare con sè a Troia Elena scatenando l'ira di Menelao che assieme al fratello Agamennone organizza un'imponente spedizione di guerra per distruggere Troia e ci riesce grazie al guerriero Achille e al furbo Ulisse che sconfiggono l'eroico Ettore colpevole di essere principe di Troia, eroico guerriero ed assassino di Patroclo cugino di Achille. Enea si salva (manca solo Godzilla).
Sarà per i venti di guerra che spirano al giorno d'oggi, sarà più probabilmente per l'inaspettato exploit del Gladiatore, fatto sta che ultimamente il genere kolossal-storico-mitologico sembra conoscere una nuova giovinezza. Il film in sè è riuscito, intrattiene annoiando poco (solo quando Brad Pitt parla in effetti... ma parla poco per fortuna), stupisce con effetti speciali spettacolari e diverte con battaglie e combattimenti girati da un buon mestierante come Wolfgang Petersen.
Questo se prescindiamo dal contesto e giudichiamo il film come estraneo a ciò che lo ha ispirato, il che va bene nella maggior parte dei casi. Ma non in questo.
Se ci si ispira ad un'opera come l'Iliade (e dintorni), uno dei fondamenti della cultura occidentale, allora nascono dei problemi. Si può contestare che regista, sceneggiatore o chi per loro possono ispirarsi e rielaborare quello che vogliono per la riuscita di una pellicola; ma accetteremmo mai per esempio un Romeo e Giulietta dove vissero felici e contenti? o una Divina Commedia horror-splatter? Probabilmente no; a meno che non presupponiamo che la cosa più importante non è la storia ma lo stordimento dello spettatore a colpi di musica assordante, e videoclippate da far girar la testa. Presupposto legittimo, per carità, ma che rischia di rendere legittimo l'appiattimento della cultura e soprattutto rischia di legittimare chiunque voglia riscrivere la storia e le basi della cultura occidentale (uhm... mi ricorda qualcosa ...riscrivere la storia.... il Ministero della Verità??).
Ammetto comunque che il film mi ha divertito, che Eric Bana (Ettore) mi piace sempre di più, e Brad Pitt (Achille) sempre di meno.
Attendo con ansia le prossime invenzioni storiche (Alessandro Magno tanto per dirne una).
 

Voto: 24/30

15.06.2004

 


::: altre recensioni :::