IL TRIONFO DELL'AMORE
di Clare Peploe
con Mira Sorvino e Ben Kingsley



IL TRIONFO DELL'AMORE è leggero e spensierato nei modi e nei contenuti. La sequenza iniziale denuncia da subito il regime di finzione nel quale stiamo entrando: le due protagoniste in carrozza - la principessa e la cortigiana ma anche Mira Sorvino e Rachael Stirling - si stanno calando nei panni di due personaggi che reciteranno diversi ruoli al fine di far emergere "la verità", cioè l’amore. Tutti si innamorano di Aspasia/Fozio, animata da buone intenzioni ma soprattutto intenzionata, non disdegnando arditezze quando la posta in gioco richiede coraggio, a vivere il suo amore per Agis e a svelare che in fondo l’odio e il razionalismo delle virtù nascondono soltanto la paura d’amare di chi li coltiva. Il film è tutto permeato dunque di dialoghi scontati, soluzioni prevedibili e di qualche estetismo nella fotografia e nelle inquadrature d’esterno - dove l’architettura e la natura inglese fanno da soli la metà del lavoro – che dovrebbe salvare il film dalla banalità. Il finale felice toglie anche quel po’ di amaro da melo che la regista avrebbe potuto regalarci offrendoci, ed evitando di portarle a buon fine, le tresche della protagonista come il vero divertimento di quel gioco amoroso il cui valore stava proprio nel volerlo giocare e non nel vincerlo. Ma Clare Peploe ha ben pensato invece di stemperare questo trionfo amoroso, che altrimenti sarebbe stato veramente "incredibile", con un finale "più vero" in cui gli interpreti della pièce vengono avanti sulla ribalta, con vestiti contemporanei di fronte ad un pubblico che, ora lo capiamo, avevamo visto baluginare in qualche breve fotogramma durante il film sotto gli occhi sbalorditi dei personaggi che vivevano, pienamente immedesimati, nel loro XVIII° secolo. Insomma una sovrapposizione di teatro, cinema e vita in cui nessuno ci guadagna e tutti hanno da perdere


Voto: 19/30

Alessandro MAZZANTI
03 - 09 - 01


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