TIGERLAND
di Joel Schumacher
con Colin Farrell, Matthew David
e Clifton Collins Jr



Un gruppo di reclute viene inviato per il corso di addestramento a Fort Polk, in Louisiana, nell'infame Tigerland, l'ultimo passo prima del Vietnam per centinaia di uomini nel 1971. Tra loro c'è Bozz, una specie di mito, che si oppone a qualunque cosa non gli garbi più di tanto, e che aiuta vari colleghi a congedarsi e a far valere i propri diritti. Perché? Perché sa bene, si è reso ben conto, che sono diretti verso il Vietnam, e che l'ingranaggio bellico li sta lentamente inghiottendo, con la sua etica, i suoi principi spietati e finalizzati ad annullare l'individuo. Bozz è cosciente di questo, è ribelle perché consapevole di quello che li aspetta lì ancor prima di esserci andato. Bozz ha la consapevolezza del vuoto americano, e del fallito e finto american dream. TIGERLAND è un film su ciò che accadeva prima, sui primi passi mossi dalla macchina bellica americana che si dimostra già marcia fin dall'inizio. Insieme a Bozz (Collin Farrell), c'è il soldato semplice Paxton (Matt Davis) nsempre con il diario in mano perché lui vuole andare in guerra ed emulare Hemingway e James Jones; Miter (Clifton Collins), che vuole imparare ad essere un vero uomo, e Wilson (Shea Whigham), il cattivo di turno, vuole uccidere Bozz. Lentamente, dopo pochi minuti, ci accorgiamo in cosa siano finiti questi ragazzi: sono invitati a non pensare, addestrati ad uccidere.
Joel Schumacher lascia il mercato delle grandi produzioni e si avvicina a pellicole più piccole, semplici, azzeccate. Girato in soli 28 giorni, TIGERLAND risente sicuramente del movimento Dogma '95 di Lars von Trier perché abbandona a piè pari tutti gli artifici tecnici e retorici di Hollywood per badare alla schiettezza affidandosi ai sedici millimetri e alle macchine a spalla. Il film così si concentra sui protagonisti, sulla loro emotività, e risaltano maggiormente, in questa maniera, il senso di lealtà, compassione e coraggio sottolineati dal film, dalla storia, e dai suoi personaggi. Sangue, pugni, violenza: tra loro c'è Bozz che sa già come va a finire e bada ad altro, a quello che ormai può contare, e cioè all'amicizia.

Voto: 27/30

Giuseppe SCATA'
04 - 07 - 01


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