“Siamo lo specchio in cui guardare… siamo dove il mondo sta andando”,
viene detto - ad un certo punto del documentario - a proposito
dell’Argentina. E proprio per questo consiglio di guardare, al di là dei
difetti formali o contenutistici, THE TAKE, il reportage dei giornalisti
d’assalto Avi Lewis e Naomi Klein sul disastro finanziario che ha
colpito negli anni appena trascorsi quello che era il paese più florido
del Sud America.
Lewis e la Klein si concentrano sul singolo episodio dell’occupazione
della Forja, fabbrica ormai abbandonata di San Martìn, da parte dei suoi
operai rimasti senza lavoro, che decidono di autogestirla e di riavviare
la produzione. Tuttavia, il caso specifico è rappresentativo di tutta
una reazione che ha seguito la chiusura di numerose fabbriche argentine
in seguito alla tremenda recessione, e della ricerca di una via
alternativa rispetto al capitalismo senza freni del “Modello” di Menem,
presidente dell’Argentina ai tempi del crack, additato da buona parte
della popolazione e ovviamente anche da Lewis e Klein come principale
responsabile dell’accaduto.
THE TAKE ci mostra gli sforzi degli operai della Forja di riavviare la
fabbrica dismessa, ottenere dal giudice l’autorizzazione per
trasformarla in cooperativa e cercare di creare un network operaio di
mutua assistenza, con il perenne incubo di uno sgombero improvviso da
parte delle forze dell’ordine, che altrove hanno già provveduto a
cacciare gli occupanti.
Il documentario lascia parlare molto la gente comune, gli operai,
lasciando così trapelare le opinioni e le emozioni provenienti dalla
strada, e nel frattempo commenta ed interpreta i macroeventi che nel
2001 hanno portato metà della popolazione argentina sotto la soglia
della povertà. Lunghe sequenze all’interno della fabbrica abbandonata,
con la sua atmosfera quasi spettrale, fanno da efficace cornice poetica
al lavoro strettamente documentaristico (mentre meno riusciti appaiono
gli inserti lirici con statue e palazzi che si stagliano contro il
cielo: in questo caso il risultato è vagamente retorico).
La Lewis e Klein non esitano nel mettere all’indice l’ambiguo Menem -
che paradossalmente, nonostante l’accaduto e nonostante le accuse di
corruzione, si è ricandidato nel 2003 alle presidenziali, vincendole - e
intravedono nel modello cooperativo delle fabbriche occupate una reale
alternativa al capitalismo, e THE TAKE riesce effettivamente ad
appassionare lo spettatore alla causa di questi lavoratori; tuttavia
alcuni fatti non appaiono trattati esaustivamente, c’è alle volte
l’impressione che i due giornalisti abbiano voluto “tagliare corto” su
determinati argomenti, evitando di approfondirli, perché non pienamente
conformi con le loro teorie. Inoltre, è un peccato che non sia spiegato
come gli operai della Forja siano riusciti effettivamente a rendere
produttiva la loro cooperativa, e a riuscire quindi dove il precedente
modello di produzione aveva fallito.
Peraltro, il grande problema di fondo di THE TAKE è che verrà percepito
da molti più come un manifesto politico che come un reale documentario,
soprattutto in virtù della fama che Naomi “No Logo” Klein si è
guadagnata con il suo impegno politico, perdendo così di obiettività ai
loro occhi. Insomma, temo che il documentario sia destinato a convincere
solamente chi già crede.
Voto: 25/30
26:03:2005 |