I due migliori samurai della scuola militare
coreana “Vento Fresco, Luna Chiara” terminano il periodo di formazione e
prendono strade diverse, uno viene nominato ufficiale nella guarnigione
che difende il palazzo reale, l’altro viene mandato in un’unità militare
al confine con la Cina. Prima di separarsi hanno giurato eterna
amicizia. Ma i giuramenti sono fatti per essere rotti e così si trovano
l’uno contro l’altro durante il colpo di Stato del 1623. L’ufficiale del
re viene colpito al petto dall’amico e i militari spodestano il re e
prendono il potere. Il samurai ferito andrà lontano per qualche anno,
meditando la vendetta da infliggere all’amico da cui è stato tradito.
Un film che privilegia il realismo e la crudeltà e si scosta per questo
dalla tradizione dei wuxiapian cinesi che in questi anni hanno
spopolato in occidente grazie a titoli come LA TIGRE E IL DRAGONE, HERO
e LA FORESTA DEI PUGNALI VOLANTI. Dimenticatevi i voli sovrumani dei
duellanti, la natura assunta a protagonista della storia, i colori
vivaci e simbolici. Qui tornano ad essere protagonisti i colori scuri e
le vicende narrative semplici. Onore, amore, amicizia, potere e guerra
vengono trattati mescolando e riciclando personaggi simili ai samurai
giapponesi, vicende tipiche di cappa e spada, sotterfugi politici della
tradizione anglosassone e violenza apparentemente catartica in puro
stile Gibson.
Il montaggio sembra ispirato dal discontinuo procedere di 21 GRAMMI o
comunque da molta tendenza occidentale di questi ultimi dieci anni, cosa
che mal si adatta ad un film che vorrebbe essere molto rigoroso nella
trattazione epica di una storia dettata dal principio di causa-effetto.
Forse la produzione ha cercato un po’ troppo di strizzare l’occhio ai
distributori occidentali provando a confezionare un prodotto adatto ai
festival (è stato accettato dalla sezione Un Certain Regard di
Cannes) e al pubblico cinefilo occidentale, cieco divoratore di prodotti
Made in Asia.
Voto: 17/30
04:05:2005 |