Dall’omonima serie a fumetti di Frank Miller. Nella violenta e caotica
Sin City si intrecciano varie storie: l’energumeno Marv (Rourke) è alla
ricerca dell’assassino della prostituta d’alto bordo della quale si era
innamorato, arriverà sulle tracce di un ragazzino psicopatico (Wood)
controllato da qualcuno molto più in alto; l’ex fotoreporter Dwight (Owen)
cerca di sgominare il racket delle prostitute controllato da uno sbirro
corrotto (Del Toro); il poliziotto John Hartigan (Willis) pensa di aver
eliminato un serial-killer pedofilo figlio di un senatore, ma il
redivivo tornerà a tormentarlo.
Ineccepibile dal punto di vista tecnico, raffinatisimo e appagante a
livello visivo col suo mix di universo hard-boiled e contaminazioni dei
classici Supereroi, il film soffre la sua filiazione fumettistica: se i
caratteri stilizzati e le dinamiche narrative rapide sono una
caratteristica usuale e in gran parte indispensabile dei disegni
stampati, il grande schermo pretende sempre un’illusione di
tridimensionalità, personaggi con un minimo di spessore psicologico,
storie che lascino intravedere spiragli di profondità. In assenza di
ciò, è difficile reggere l’attenzione per più di due ore di fronte a
scazzottate, sparatorie e l’ormai immancabile show volante (basta, per
favore!) di cappa e spada. Viceversa, la dimensione cinematografica
comprime i personaggi più complessi, che nel corso degli episodi seriali
hanno invece modo di sviluppare la loro genesi. La colpa degli autori,
insomma, è stata quella di rimanere troppo fedeli all’originale, il che,
comunque, farà felici i fan di quest’ultimo, che però in Italia non sono
molti.
Tarantino ha girato alcune sequenze, e ne approfitterà per stare fermo
per i prossimi dieci anni. Le star del cast si prodigano con grande
generosità. Rourke irriconoscibile, ma lo sarebbe anche senza trucco.
Voto: 24/30
26:05:2005 |