La piccola Sharon (Jodelle Ferland) è afflitta da una malattia che i medici
non riescono a curare. Nel sonno la bambina ripete spesso il nome di una
misteriosa città Silent Hill. Rose (Radha Mitchell), la madre di Sharon, per
evitare che la figlia finisca rinchiusa in un ospedale psichiatrico, decide
di fuggire insieme alla bambina per indagare sull’origine di tutti i loro
problemi, nonostante l’opposizione di suo marito Christopher (Sean Bean),.
La destinazione del loro viaggio è la sperduta città di Silent Hill. In
seguito ad un incidente con l’automobile Rose si ritrova in prossimità di
una località spettrale e disabitata. Ma accanto a lei non c’è più Sharon. Il
cartello sul lato della strada dice “Benvenuti a Silent Hill” ma niente fa
pensare che l’ingresso della donna in città sia accolto benevolmente. Rose
comincia la ricerca disperata di Sharon per le vie desolate della piccola
cittadina. Al suo fianco c’è una poliziotta che aveva seguito la donna
diretta a Silent Hill. Le vie della città oppressa dalla nebbia sono
popolate da creature deformi per niente rassicuranti, e all’inquietante
suono della sirena si palesano dalle tenebre gli spettri di coloro che
abitavano in quei luoghi prima dell’incendio che ha devastato per sempre
Silent Hill. Il mistero si infittisce perché in città alcuni sopravvissuti
abitano nella chiesa dove nessuna minaccia maligna può entrare. Dove è
finita Sharon? Chi è in realtà Sharon, la bambina che è stata adottata da
Rose e Christopher in un orfanotrofio proprio nei pressi di Silent Hill?
Quale incomprensibile disegno si cela dietro tutto ciò?
Il film prende vita da un famoso videogioco realizzato dalla Konami, e dal
racconto di Roger Avary, già regista di
Killing Zoe, e già coautore
insieme a Quentin Tarantino di Pulp
Fiction. La messa in scena di Christophe Ganz rivela senza troppi
panegirici la passione del regista per le opere di Mario Bava, senza
trascurare le filmografie dei grandi esponenti del genere horror-thriller da
Argento a Cronenberg, da Lynch a Carpenter.
è l’eterna lotta tra bene e
male, tra odio e amore, tra luce e oscurità, dove l’odio genera vendetta
dalla quale scaturisce ancora altro odio. E non sempre quello che appare è
così come sembra. Non sempre il bene sta dalla parte bene e il male dalla
parte del male. La storia ha un buon intreccio con uno stimabile crescendo
della tensione, costruito senza deus ex machina e senza
insignificanti colpi di scena. Qualunque sia la reazione dopo la visione del
film da parte di chi si è già divertito con il videogioco della Konami, la
pellicola dimostra sufficiente padronanza dei mezzi tecnici di
realizzazione, grazie alla quale dà la sensazione che raggiunga gli
obiettivi prefissati.
Voto: 25/30
06:07:2006 |