Nel
cinema americano d’azione, la rappresentazione dell’eroe buono che si batte
per degli ideali assoluti e che, contro i cattivi, fa trionfare la
giustizia, è pieno di esempi e di cliché. La retorica di questo tipo di
racconto segue un percorso più o meno predefinito che passa attraverso un
torto subito, un desiderio di vendetta, un piano per realizzarla - che
includa possibilmente inseguimenti al cardiopalma, esplosioni e fughe
spettacolari - fino all’inevitabile scontro titanico finale tra bene e male
dove, se il regista è ottimista, l’eroe si riscatta e l’ordine del mondo
riprende il suo scorrere, regolare e rassicurante.
Il nuovo film di Antoine Fuqua, acclamato regista di
Training Day, si inserisce
perfettamente in questo filone chiamando in causa i Valori per eccellenza:
l’onore, la giustizia, il patriottismo.
Shooter è la storia di Bob
Lee Swagger (Wahlberg), marine dalle straordinarie doti militari e
balistiche, ritiratosi nella solitudine di una casa in montagna, in preda ai
suoi demoni e le sue solitudini. Sfiduciato e amareggiato nei confronti
delle istituzioni e del governo, Swagger viene raggiunto da un colonnello in
pensione (Glover) che lo ingaggia per salvare il Presidente degli Stati
Uniti, la cui vita è in serio pericolo. Il giovane patriota decide di
servire per l’ultima volta il suo paese, trovandosi inaspettatamente al
centro di un’astuta congiura ordita ai suoi danni: in un vorticoso gioco
delle parti Swagger viene accusato del tentato assassino del Presidente e si
trova costretto, grazie all’aiuto della vedova di un suo amico (Kate Mara) e
di un temerario agente dell’FBI (Michael Peña), a ricorrere alla violenza e
all’astuzia militare per dimostrare la sua innocenza.
Pur inserendosi in un genere ormai usurato dove gli effetti speciali, cifra
distintiva del film d’azione, non dicono più nulla di nuovo, è da
riconoscere al film la capacità, non da poco, di mantenere la tensione e di
stemperarla, a volte, con inattesi momenti di ironia.
Significativa, più che l’interpretazione di Wahlberg, che non aggiunge più
del necessario al protagonista, la prova straordinaria di Danny Glover, che
porta sullo schermo, con uno stile essenziale ed efficace, un uomo di
potere, spietato e corrotto.
Il rischio presente in un film che tratta di onore e patriottismo è quello
di cadere nella retorica, e in alcuni momenti
Shooter corre il rischio di
una narrazione spettacolare ma sterile, tuttavia nelle pieghe di una storia
che poco ha di originale si può cogliere una consapevolezza amara su come il
potere confonda gli uomini e di come la giustizia, più che una garanzia
della collettività, diventi, spesso, una questione tutta personale del
singolo cittadino.
Voto: 26/30
15:04:2007 |