L’ennesimo tentativo della DreamWorks di contrastare lo strapotere della
Pixar si rivela ancora una volta fallimentare.
Ma mentre nel caso dei due SHREK o ANTZ il risultato finale, pur non
essendo all’altezza della concorrenza, era perlomeno apprezzabile, con
SHARK TALE la casa di produzione di Spielberg sembra prendere una
direzione artistica alquanto discutibile.
Il punto di forza del Team guidato da John Lasseter è sempre stato la
capacità di creare storie e personaggi originali, tenendo però sempre a
mente che l’utilizzo di cgi è in fin dei conti solo un medium, la
cui unica funzione (come McLuhan insegna) è quella di trasmettere un
messaggio. I creatori di SHARK TALE sembrano essersi scordarti in questo
caso di quel basilare concetto, e ciò che ne scaturisce è un’opera
piatta che delude sotto tutti i punti di vista.
La storia è francamente quanto di meno originale si possa immaginare: la
solita morale da due soldi che dovrebbe insegnare ad apprezzare noi
stessi per quello che siamo e a non mentire alle persone che ci vogliono
bene.. Lodevole, non trovate?
Peccato però che per imparare questa importante lezione di vita ci si
debba sorbire novanta minuti di battute squallide, citazioni di cultura
pop stra-abusate e addirittura un elaborato numero musicale in cui
Christina Aguilera e Missy Elliott sfregiano il celebre pezzo dei Motown,
"Carwash".
Tralasciando i vari stereotipi sugli italo-americani (che comunque
fecero discutere parecchio al Festival di Venezia), i giamaicani e
perfino dei pesciolini ghetto fabulous, quello che più fa
irritare è il tipo di umorismo che la pellicola presenta: humour che
dovrebbe scaturire da giochi di parole (persi completamente nella
versione italiana), o da gag visuali alla Flintstones (“Un autolavaggio
per balene.. Geniale!” devono aver pensato compiaciuti i produttori
della Dreamworks), senza contare i già citati riferimenti pop (citazioni
da LO SQUALO e IL PADRINO, chi se lo sarebbe mai aspettato?).
Will Smith è sempre meno divertente nel ruolo di sé stesso in versione
ittica. Renée Zellweger interpreta ancora una volta una variazione di
Bridget Jones, Angelina Jolie è Angelina Jolie con le sembianze di un
pesce rosso, e scommetto che a questo punto avrete già immaginato il
ruolo di un De Niro che dopo CASINO ha cercato in tutti i modi di
rovinare la propria reputazione. Le uniche parti godibili sono, almeno
per un appassionato di cinema che si rispetti, quelle che vedono il
pesce palla Scorsese confrontarsi con lo squalo gangster De Niro.
Non che le scene siano scritte in modo tale da essere divertenti; ma non
si può non provare un brivido nel sentire due dei più grandi artefici
dell’era d’oro del cinema americano condividere un copione (nonostante
il contesto sottomarino).
C’è comunque da sottolineare che anche questo flebile punto a favore
verrà spazzato via nella versione destinata alle sale italiane, con
doppiatori come Tiziano Ferro, Luisa Corna e quei disgraziati del
programma televisivo Zelig. La cosa sconcertante è che nonostante tanta
mediocrità, SHARK TALE sia riuscito a diventare campione d’incassi in
poche settimane (almeno qui da noi), con un incasso a oggi di ben
2.295.309 Euro. Certo l’essere fondamentalmente un film d’animazione può
aver portato nelle sale tanti marmocchi con genitori al seguito, ma
questo non spiega comunque del tutto la cifra (considerando anche il
periodo non festivo). Ad ogni modo, se così fosse ci sarebbe da
chiedersi cosa potrebbero pensare gli stessi ragazzini di fronte ad una
delle tante opere del maestro Miyazaki.
Ma quasi mai, si sa, il pubblico si accontenta della sola qualità.
A un certo punto di questo tedioso lungometraggio, il pesce Oscar (Will
Smith) atteggiandosi ad eroe sterminatore di squali si rivolge al
pubblico, e mimando Russel Crowe in una celebre scena de IL GLADIATORE
(anche questa, guarda caso, una produzione Dreamworks) annuncia: “Are
you not entertained?” (“Non vi state divertendo?”)
Nonostante la domanda retorica viene quasi spontaneo rispondere:”No,mi
spiace…”
Voto: 16/30
15:03:2005 |