Una gestazione lunga dieci anni, una
coproduzione italo-canadese-giapponese, un tris d’attori di tutto rispetto -
Michael Pitt, Keira Knightley e Alfred Molina - la colonna sonora di un
musicista del calibro di Ryuichi Sakamoto (leggi l'intervento di
Pallotti in
"Suoni del Cinema") non sono serviti a fare di Seta di Francois Girard un
buon film. Tratto dall’omonimo libro di Alessandro Baricco - caso editoriale
anno 1996 tradotto in oltre 26 lingue - il film non si discosta molto dal
libro.
La storia narrata è quella della vita del giovane Hervè Jancour (Michael
Pitt), felicemente sposato con la dolce maestrina Hèléne Fouquet (Keira
Knightley). Per incrementare la produzione delle fabbriche di seta di
Lavilledieu, il villaggio in cui abita, il giovane parte per l’Estremo
Oriente, terra nota per la lavorazione di tessuti sottili come l’aria, alla
ricerca di nuovi bachi da seta.
In uno dei suoi viaggi, dopo aver attraversato ghiacciai, deserti e mari
sconfinati - fotografati secondo il miglior metodo National Geographic -
incontra una giovane donna asiatica. Ne è stregato. L’attrazione silenziosa
che lega i due spingerà il giovane ad intraprendere nuovi e pericolosi
viaggi nelle terre d’oriente, dilaniate da conflitti civili. Lacerato dai
sensi di colpa, diviso tra la forte attrazione per la ragazza e l’amor per
la dolce Hèléne, Jancour scoprirà, alla fine, il grande segreto che la
moglie ha portato con sé nella tomba, grande prova d’amore e di devozione.
Se il libro racchiude in poche tratti una storia ricca di suggestioni,
sensualità ed emozioni, il film invece si appesantisce troppo, colpa dei
lenti, lentissimi tempi di narrazione. La densità affabulativa delle pagine
di Baricco si riduce, invece, nella pellicola di Girard in dialoghi sterili,
a tratti noiosi.
Stupisce quindi, che sia stato lo stesso Baricco a scegliere, tra i tanti
che avevano provato a rielaborare cinematograficamente la sua opera, questo
adattamento del regista canadese che non convince e, decisamente, non
entusiasma.
Voto: 20/30
07:11:2007
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