Il
Pianeta Perfetto del Futuro vive un’esistenza pianificata e normata, immerso
in una tra mille nuove galassie, nuove stelle e infinite lune.
Una ragazzina ribelle, a lezione, difende la causa dei Rivers, presunti
cannibali extra-mondo. L’insegnante propende per la tesi dell’altra e muove
verso la piccola con qualcosa in mano simile a una penna, per
conficcarglielo nell’occhio. Questa azione risveglia River al presente,
distogliendola dalla fase recordativa del sonno.
è donna e viene sottoposta a
trattamenti speciali (ancora occhi, cervello etc.) da parte di scienziati
apparentemente governativi, che ne sottolineano le doti uniche. Un medico,
in realtà suo fratello, la rapisce e la conduce sulla navicella, Serenity,
di non meglio definiti indipendentisti, sgangheratamente impegnati ad
autofinanziarsi tramite rapine. Un governativo di colore e di più alto
livello uccide lo scienziato reo d’essersela fatta scappare e inizia, tra
simpatiche gestualità rituali simil-wuxiapian, la rincorsa galattica ai
cowboys dello spazio. Esiste poi un’area del pianeta che appoggia gli
indipendenti, con il buon padre spirituale saggio e vecchio e un’accolita di
bambini, dove passano a salutare e a far scorta di viveri. Il nero, invece,
svolazza in astronavi di lusso, arredate dalla presenza della moglie
esoticamente indiana del leader ribellista.
Tra i cowboys qualcuno mugugna: la ragazza è un fardello in quanto ricercata
dal governativo di colore e mette in pericolo l’equipaggio. Peraltro,
costei, protetta dal fratello medico, ha il pregio di prevedere gli eventi,
anche se mugugna con aria allucinata e pronuncia sempre lo stesso nome: “Miranda!”.
Una coppia mista, lei nera col fucile e lui pilota bianco, e un ammasso di
muscoli parlante completano il gruppo. Miranda non è un’amica d’infanzia, ma
il pianeta dove era stato intenzionalmente messo in atto un fallimentare
esperimento di somministrazione di sostanza ingenuamente simile a
psicofarmaci, detta Pax, capace di stendere ¾ della popolazione, fissandola
in uno stato di morte semi-mummificata, e di produrne ¼ incazzatissimo,
sfregiato e sanguinolento (I Rivers).
Questi ultimi delinqueggiano tra Miranda e Serenity, proteggendo il segreto
che nessuna popolazione normalizzata deve sapere, ma di cui è a conoscenza
River. Il bad-blackman, con fare perfidamente zen, confida nel fatto che gli
space cowboys rimarranno schiacciati tra il suo esercito di
superaccessoriate navicelle e quello metallicamente pesante degli zombici
Rivers. Alché, lui si riprenderà River-girl.
SERENITY è film senza alcuna pretesa, ma che convince per l’atteggiamento
spudoratamente amatoriale di regista e cast.
Le citazioni hanno la freschezza del neofita puro alle prese con film visti
per la prima volta e subito amati – inutile elencare gli ormai
imprescindibili ALIEN, BLADE RUNNER, STAR WARS, ma anche il Carpenter
western di VAMPIRES, PITCH BLACK e ovviamente Romero e mille altri – e non
indispongono lo spettatore attento, che esce dalla sala simpaticamente
divertito.
L’allegro calderone non sottintende altro rispetto a ciò che si vede e
l’identificazione immediata nella fuga & sopravvivenza dei cowboys è totale,
infantile e soprattutto incondizionata, figlia di una sovraesposizione di
segni riconoscibilissimi e amati da tutti. Per certi versi sembra di essere
alla fiera di quartiere, di fronte al banco dei bambini che vendono fumetti
usati.
Se, quindi, eventuali sottotesti striscianti sono stati già raccontati e
meglio esposti dai film-riferimento, SERENITY ha invece il pregio di
dimostrare come un budget non illimitato possa produrre piacevoli film
d’intrattenimento capaci di far convivere CGI, modellini in scala e
oggettistica vintage ripresa dal vero, senza filtri e ottiche particolari.
Inutile scomporre il puzzle che ricicla praticamente tutto l’immaginario
fantascientifico, mentre serve rimarcare questa semplice capacità di
alternare effetti speciali (le rincorse tra le armate spaziali) e purezza
realistica. Forse un possibile antidoto al rischio di rigetto verso le
immagini generate al computer che spesso caratterizza il genere e le sue
filiazioni (SKY CAPTAIN AND THE WORLD OF TOMORROW et similia).
Voto: 27/30
28:11:2005 |