Jack Mosley è un poliziotto alle soglie della pensione, disilluso, cinico e
con una predilezione per l’alcool; farebbe volentieri a meno di trasportare
un detenuto dal carcere al tribunale, sedici isolati nel traffico di New
York, ma non può rifiutare di eseguire un ordine impartitogli da un
superiore più bello, più giovane e con meno pancia di lui. Eddie Bunker (il
nome vi dice niente?), però, non è un detenuto qualunque; è uno che ha
pestato i piedi ad un paio di poliziotti che ora vorrebbero farlo tacere.
SOLO 2 ORE, nuova zampata del vecchio felino Richard Donner, è un poliziesco
a tasselli mobili, in cui ruoli e identità si confondono nel tentativo
intelligente di sfocare le stilizzazioni della dinamica del good cop/bad
cop appoggiandosi a un corpo iconico come quello di Willis e
affiancandogli il segaligno e ambiguo Mos Def. SOLO 2 ORE è, però, anche una
riflessione sul post-poliziesco, con sbirri affaticati e zoppi, ma tutto
sommato trasparenti, che difendono criminali vagamente paranoici da altri
sbirri meno trasparenti, che non esitano a strappare confessioni puntando
cannoni alle tempie. Insomma, il poliziotto alla VIVERE E MORIRE A L.A. o,
ancora prima, alla FRENCH CONNECTION, qui paga la propria naturale
inclinazione alla brutalità e alla realizzazione di una giustizia ingiusta
passando dalla parte dei cattivi, quasi lasciando intravedere le luci del
tramonto di quel poliziesco.
L’operazione non è retorica, piuttosto l’intento di Donner sembra essere
quello dello studio delle dinamiche del genere, con un occhio che guarda
dove guardava quello dell’ultimissimo Mann, che trasportava il noir in una
situazione “laboratoriale” dove il dialogo fosse fondante e forzato (tanto
in SOLO 2 ORE quanto in COLLATERAL i due protagonisti si trovano a dover
necessariamente interagire verbalmente) e l’azione relativamente ridotta.
L’asciugamento degli stilemi polizieschi, comunque, non raffredda un film
che ha anche bei momenti cinetici: dalla primissima sparatoria, girata con
grinta da Johnnie To americano, alla tensione controllata della sequenza
dell’autobus, Donner dimostra di saper gestire senza sforzo pallottole e
poliziotti. Bruce Willis è bravo e si ritrova fisico e faccia giusti per la
parte, Mos Def fa benissimo quello che sa fare e interpreta un personaggio
in bilico tra il cinismo della strada e una singolare ingenuità, mentre il
resto del cast, che comunque vediamo poco, funziona a dovere.
Un bel poliziesco, agile, efficace, ironico, ma anche un bel film su
relazioni che, attraverso il filtro del genere, mostrano colori interessanti
e spigoli insoliti.
Voto: 28/30
14:04:2005 |