Il RONZIO DELLE MOSCHE
di Dario D'Ambrosi
Con: Marco Baliani, Greta Scacchi


In un imprecisato futuro la pazzia è stata ormai quasi totalmente sconfitta dalla scienza. Il fatto, però, non va giù ad un'equipe di studiosi, che giudica troppo noioso lo stato di cose venutosi in tal modo a creare, e che organizza di conseguenza la contromossa: gli ultimi tre folli rimasti in circolazione vengono rintracciati, sequestrati e indi studiati come vere e proprie cavie, allo scopo di accrescere il loro disagio mentale per diffonderlo alla fine nel mondo esterno (sic!); c'è bisogno di aggiungere ancora qualcosa?
L'attore di provenienza teatrale Dario D'Ambrosi (già visto, tra l'altro, nella serie televisiva "Racket", trasmessa con discreto successo dalla Rai alcuni anni or sono) passa dietro la macchina da presa, senza peraltro avere idea di come muoverla, per raccontare una storia pretenziosa a cavallo tra il grottesco, il farsesco e l'orrorifico da cui soltanto il David Cronenberg dei tempi a mio parere poco felici di Crash e IL PASTO NUDO avrebbe forse potuto spremere qualcosa di malapena accettabile; l'esordiente regista milanese, invece, non fa altro che estendere all'intero cast il proprio discutibile stile recitativo (o sarebbe meglio dire "antirecitativo"), mettendo assieme con estrema disinvoltura un assortimento di attori che definire incredibile è poco: dalle solite giovani promesse sconosciute o quasi (nient' altro che manichini tirati a lucido), a Cosimo Cinieri di fulciana memoria, per finire con l'imbarazzante ex miss Italia Denny Mendez e addirittura con Greta Scacchi (ma non era sufficiente averla a disposizione, sarebbe stato anche opportuno saperla utilizzare...).
Sicuramente il rischio maggiore che si corre nello stroncare pellicole pseudointellettuali di tal fatta è quello di essere tacciati di superficialità ed ignoranza, perchè non è detto, in fondo, che il cinema debba sempre essere per forza sinonimo di spensieratezza, divertimento ed emozioni, che diamine: ogni tanto deve anche essere impegnato (???) e far riflettere; certo, ma andatelo a spiegare ai gestori della sala dove l'ho visionato io, che si sono ritrovati con sei spettatori paganti all'ultimo spettacolo (compreso il sottoscritto) e sono stati a lungo in dubbio se far partire o no la proiezione...
Con prodotti del genere il cinema italiano, un tempo invidiato nel mondo, sta decisamente raschiando il barile; vedere per credere: anche chi, come me, non ha mai digerito L'ULTIMO BACIO e relativi cloni sarà probabilmente d'accordo nell'affermare che Muccino & Co., al confronto, sono autori da premio Oscar.

 

Link: http://www.ilronziodellemosche.it

Voto:non classificabile

Flavio GIOLITTI
07 - 06 - 03


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