Devo dire che sono rimasto davvero colpito dal nuovo film di
Tullio Giordana. Colpito perché in Italia, film di questo genere,
mediamente, fanno inevitabilmente schifo. Con la scusa che la denuncia debba
essere oggettiva, si fanno film che scontentano tutti per non far
innervosire nessuno e che spesso sono poco più che pessimo giornalismo. Qui
siamo finalmente da tutta altra parte. Un film di denuncia e di ricerca che
però non rinuncia, per fortuna, al gusto dello spettacolo e
dell'intrattenimento. Un film vero che racconta vicende necessarie e di cui
in questo momento il nostro paese ha un gran bisogno.
La ricostruzione della strage di Piazza Fontana vista attraverso gli occhi
del commissario Calabresi (un eccezionale Valerio Mastandrea) e quelli di
Pinelli (un altrettanto eccezionale Pierfrancesco Favino) tutti e due figure
antieroiche in grado di rappresentare il meglio delle idee di quel periodo
buio della nostra storia, gente rispettosa delle proprie opinioni alla
continua ricerca di una complicatissima coerenza.
Grandi interpreti per un film sempre in bilico fra sobrietà e gusto dello
spettacolo, fra amarezza e emozione. Un gioiello raro che a mio parere non
sfigura con film del calibro di TODO MODO o IL DIVO.
Sicuramente un film così delicato per il tema trattato e così ben riuscito
avrà fatto gridare allo scandalo il palazzo e la politica sempre pieno di
ipocriti ignoranti, i parenti delle vittime della strage che chissà quale
giustizia si aspettano da quello che comunque, tutto sommato è solo un film.
è proprio la serie di critiche di questo genere che ci fa capire che al di
là del gusto personale la pellicola racconta qualche cosa di vero e
profondo.
Girato per giunta in maniera magistrale, oscillante fra una controllata
messa in scena e qualche cosa che ci riporta a Melville e ad alcune scelte
del grande maestro francese. Eccolo lì Marco Tullio
Giordana... intelligentemente oscillante fra serietà e piacere ludico. Un
tesoro non tanto per la nostra industria cinematografica, ma soprattutto un
tesoro intellettuale di cui è sempre bene avere un esponente.
Uscito dalla sala, io che per fortuna sono milanese quanto meno di adozione,
mi sono diretto a Piazza Fontana. Sono stato un po' a gironzolare, ho letto
la lapide sbiadita dedicata a Pinelli e mi sono fermato a pensare che il
nostro paese è un paese davvero oscuro. E che purtroppo nessun film lo
cambierà neanche in minima parte. Ma ricordare e sognare è necessario.
Necessario.
06:04:2012 |