Allora è vero
che in punto di morte la vita che abbiamo vissuto ci compare innanzi, come
una lunga carrellata sul passato, come un viaggio introspettivo a ritroso
nel tempo. Noi non possiamo dirlo con certezza, ma nel racconto che
Antonietta De Lillo ci restituisce sulle ultime ore di Eleonora Pimentel
Fonseca (Maria De Medeiros), pare proprio di sì.
Una bambina seduta in carrozza osserva fuori dal finestrino, osserva il mare
della nuova città che sta per ospitarla per sempre.. a quel volto di bambina
si sovrappone quello di una donna sfinita, seduta al centro di una sala
istoriata di marmi, che dopo tanti anni, rilegge sé stessa, la sua storia
personale attraversata da forti emozioni, e da un puro idealismo che la
caratterizzò, conducendola spietatamente alla forca.
La regista, ha costruito una fiction perfetta, un film corale in cui più
aspetti del sociale vengono indagati, in cui una moltitudine di comparse ed
attori, creano un corpo unico e compatto, in cui la tradizione si interseca
alla sperimentazione, si vedano le scenografie mobili, sorta di siparietti
che sintetizzano gli accadimenti.
La teatralità della vita o il romanzo di essa, trasposto in chiave moderna,
attuale, crea un film storico dalla forte simbologia, in cui i sentimenti
politici, etici, personali, sono rappresentati attraverso il vissuto di una
donna che con coraggio ha abbracciato i mutamenti che la vita gli ha posto
innanzi, cogliendo attivamente ogni spasimo. Il film è tratto dal volume
omonimo di Enzo Striano, di cui la De Lillo nel 1997 acquistò i diritti
La storia, è indagata quale pretesto per raccontare i sentimenti che hanno
mosso i rivoluzionari dei moti napoletani del 1799, i quali volevano
abbracciare la rivoluzione in nome dell’esempio francese, destituendo i
regnanti e apportando la Repubblica. Eleonora è di origine portoghese, e si
trasferisce da bambina a Napoli con la famiglia: ella sarà dedita tutta la
vita alla poesia, partecipa all’Arcadia napoletana, ma insoddisfatta per la
leggerezza e superficialità dei modi, se ne fugge. Ella si domanda se per
essere felici si debba essere crudeli… I suoi versi ne rivelano la
sensibilità, ma ne esaltano anche la forza di carattere e la modernità
pulsante - come quando per necessità sposa un uomo di cui avrebbe desiderato
l’affetto se non l’amore: egli si rivelò un uomo ignobile, tirchio,
violento.. le proibì persino la carta su cui scrivere, la trascinò nella
disperazione più bieca, ma ella riuscì a venirne fuori separandosi - il
padre di lei chiese la regal separazione. Torna così a frequentare la corte
e i fedeli amici, con cui condivide le idee di uguaglianza e di cultura,
come l’adorato filosofo Filangeri, uno dei massimi sostenitori della
rivoluzione napoletana che però morì prima di vedere i frutti del suo
operato. Egli scrisse un trattato sulla “Scienza della legislazione” (1777),
apportando riforme legislative, così da elevare moralmente e materialmente
la società. Con l’avvento dei francesi a Napoli e la fuga dei Borbone,
Eleonora diresse un giornale di quattro pagine attraverso cui spiegare la
rivoluzione, diffondendo la cultura al popolo, imparando a parlare la lingua
dei bisogni. I messaggi di attualità e democrazia lanciati da questo film
sono innumerevoli, i rivoluzionari si interrogano sull’oppressione apportata
dai Borbone e sull’odio che essa ha instillato nel popolo, come uscirne? Con
l’innovazione, con la Rivoluzione.
Per costruire i sogni bisogna innanzitutto volerli, e per ottenere grandi
cambiamenti bisogna soffrire.
La breve felicità rivoluzionaria napoletana finirà soffocata dall’arrivo
degli alleati alla corona: gli Inglesi. Il ricordo di quella speranza di
gloria e di emancipazione, aleggia ancor oggi tra i vicoli di Napoli, così
come gli entusiasmi di quei rivoluzionari giungono a noi.
Voto: 30/30
11/09/2004
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