La Fille sur le pont
di Patrice Leconte
Adele non ha nulla da perdere e vorrebbe suicidarsi buttandosi nella Senna. Gabor, un lanciatore di coltelli, riesce a dissuaderla e la convince a lavorare con lui come bersaglio. Maestro di fortuna, l’uomo la conduce attraverso il mondo con il suo show, alzando di volta in volta il rischio in una spirale di paura ed emozione che però non si esplica nel possesso pieno e implode nella perdita di controllo del maestro sul suo bersaglio. La separazione allontana la fortuna da entrambi è portatrice di ‘mala sorte’ per entrambi, e il dolore per la perdita li induce alla ricerca l’uno dell’altro. Ricerca vana e illusoria fino a che Adele non trova Gabor in punto di suicidio…

‘La fille sur le pont’, è la storia di un viaggio, un viaggio soggettivo di superamento, al limite tra affermazione di sé e passività, dipendenza e affrancamento, potere e impotenza. Un viaggio speculare dei due protagonisti che si conclude quando entrambi avranno ripercorso le stesse tappe esistenziali.
La dimensione sottoforma della quale tutto il viaggio viene presentato dai due protagonisti è quella del giro del mondo, dove il mondo è una ‘roulette’ dove si gioca la contrapposizione tra due entità assolutamente indipendenti ed esterne dalla volontà del singolo: la ‘sfiga’ – poisse - e la fortuna - bol. Ma fuor di metafora, ogni accadimento è tutto meno che casuale, ogni particolare è in realtà fortemente simbolico di una realtà interiore.

Il sipario si apre in una camera oscura, dove la protagonista risponde a domande sulla sua vita, i suoi sogni, i suoi desideri, i suoi errori. Non è chiaro a chi Adele stia rispondendo, né perché. E’ in uno studio televisivo? E’ in tribunale? La natura delle domande e delle risposte ricorda il setting psicanalitico. Un setting dove Adele presenta se stessa come totalmente passiva rispetto all’altro, che immancabilmente la delude. Cfr.:
La femme- Mais vous ne vous entendiez pas bien avec ce garçon? Pourquoi est-ce que ça n'a pas bien commencé?
Adèle- Parce que c'est toujours comme ça avec moi: ça commence mal et ça finit encore plus mal, je tombe jamais sur le bon numéro.

Del resto Adele non fa distinzione tra un incontro e un altro. Per tutti finisce per essere il bersaglio. Adele appare intrappolata nella rete del desiderio dell’altro, incapace di affermazione di sé. E’ passiva rispetto alla vita, che osserva in posizione di attesa, cfr.:

Ce qu'y a devant moi j'ai l'impression que c'est comme une salle d'attente

Vive la sua condizione come indipendente dalla sua volontà, o dal suo comportamento, imputata alla ‘sfiga’ – poisse – ;
La femme- comment vous expliquez ça Adèle?
Adèle- Eh ben la poisse, ça s'explique pas hein, c'est...c'est comme l'oreille musicale, si vous voulez, on l'a ou on l'a pas...
si sente fallita, inutile e infelice
Adèle- Peut-etre que j'ai jamais mérité mieux...ça doit écrit quelque part, je sais pas ou : y en a qui sont faits pour vivre en rigolant. Moi j'ai jamais passé un jour de ma vie sans me faire avoir...Tout ce qu'on m'a promis j'y ai toujours cru...Mais j'ai jamais réussi à rien : ni à servir à quelque chose, ni à compter pour quelqu'un, ni à etre heureuse, ni meme vraiment malheureuse...parce que surement, on doit etre malheureux quand on a perdu quelque chose, mais j'ai jamais rien eu à moi, à part mon manque de bol.
Il punto è che Adele rispondendo a una voce fuori campo, con parole sue, articola le sue crisi interiori più profonde e, facendosi estorcere informazioni personali dall’intervistatrice, in un certo senso abbatte la barriera tra soggetto e oggetto, uno dei principali temi del film.

E infatti nella scena immediatamente successiva, la potenza espressiva del soggetto Adele dà finalmente prova di sé. Il brusco cambiamento, messo in scena con tutti i mezzi audiovisivi, segna la fine di questa condizione di attesa inerme: Adele smette di colpo di aspettare che qualcosa le succeda “Qu'il m'arrive quelque chose” quando decide di gettarsi da un ponte.
La volontà di affermazione del soggetto per la prima volta si esprime anche se tragicamente, nella volontà di suicidio.
Anche se, questa presa di posizione non è ancora così netta: non è un caso però che a farla indugiare sia ancora una mancanza di coraggio – cran – e a dissuaderla sia un lanciatore di coltelli in cerca appunto di un ‘bersaglio’. Non è un caso per entrambi: solo Gabor avrebbe potuto trovare una ragione plausibile per convincerla e solo Adele avrebbe potuto accettare la sua proposta. Cfr.:
Gabor- Mais si enfin...Vous avez l'air désespérée. Mais enfin vous jouez à quoi? A pile ou face? Vous croyez épater qui? Su chi volete fare colpo
Adèle- Mais personne, j'ai jamais épaté qui que ce soit, c'est pas aujourd'hui que je vais commencer...
Gabor- Vous avez quel age pour être aussi triste? Hein? Vous avez une maladie grave? Il vous manque un rein, le foie, une jambe?
Adèle- Non, il me manque ...juste un peu de cran, parce que j'ai peur que ce soit glacé.
Gabor- Ben évidemment que c'est glacé, qu'est ce que vous croyez : qu'ils la chauffent?
Adèle- ...Faut pas que j'y pense ,c'est tout.
Gabor- Non, vous avez raison : pensez à des trucs marrants, ça vous donnera un petit coup de pouce.
Adèle- Mais ça va pas etre facile, parce que les trucs marrants c'est pas trop ma spécialité . C'est même à cause de ça que je suis là, voyez...
Gabor- Vous savez ce que je vois surtout? Je vois qu'il va y avoir du gaspillage...Et ça je ne supporte pas
Adèle- Mais quel gaspillage?
Gabor- Mais vous : on jette pas une ampoule quand elle éclaire encore.
Adèle- ...Oui ben l'ampoule, ça fait un moment qu'elle est naze, figurez-vous...
Gabor- Vous me foutez le bourdon, là.
Adèle- Eh ben restez pas là, je vous ai rien demandé : je suis au bout du rouleau, vous comprenez pas?
Gabor- Mais enfin quel rouleau? Regardez-vous : il est même pas entamé votre rouleau. Vous traversez une mauvaise passe et puis c'est tout.
E già da queste prime battute tra i due protagonisti si introduce la dimensione dell’esibizionismo – épater – e del coraggio, necessario per il lancio dei coltelli. Da qui in poi ha inizio l’avventura al fianco di Gabor, un’avventura all’insegna della ricerca della fortuna, che secondo Gabor, va ‘presa’, non aspettata. Un’avventura sporadicamente interrotta dalle intermittenti scomparse di Adele, che cede alle lusinghe di chiunque, e immancabilmente non resiste. Cfr.:
Adèle- Eh ben alors il a le coeur qui bat trop vite, et...et moi aussi, des fois : j'avais besoin...j'avais envie que quelqu'un me prenne dans ses bras, j'avais besoin d'un peu de douceur!...Et puis, bon...je me suis peut-être un peu emballée...j'ai pas réfléchi.
Del resto tra i due non si consuma amore, l’unione si esplica sottoforma dello show di Gabor, che trova in Adele non solo l’unica che si presti a fungere da bersaglio, ma un bersaglio vincente, perché secondo Gabor ciò che conta non è il lanciatore. Sembra che l’attitudine di Adele, che finora non le aveva portato che danno, abbia finalmente trovato un amatore.

I due partono alla volta di Montecarlo, regno di circo e casinò. Adele sembra sotto il pieno controllo del suo ‘padrone’, si fa cambiare look a piacimento, si fa controllare a distanza nelle sue avventure occasionali, si presta alla sfida del lancio alla cieca. Alzandosi la posta sale la fortuna presso il pubblico, e si intensifica la strano gioco dei due, al di là dei ruoli di ‘vittima’ e ‘carnefice’, i cui confini tra si perdono nella passione. Il lancio dei coltelli li unisce in un legame di dipendenza quasi morboso, sublimando quell’amore che non possono vivere altrimenti, fino al culmine della scena nella stazione, in cui il desiderio di entrambi si incontra nello stesso momento in un’estasi incondizionata dove non c’è pubblico né paga a giustificare l’atto.
La telepatia è segno di un’unione che però è destinata a finire. Il lancio dei coltelli non basta a tenere in pugno Adele. Sarà non a caso quando si abbandona la terra ferma per uno show su una crociera che Adele si staccherà definitivamente da Gabor: un colpo di fulmine più forte dei precedenti. Man mano che i due si allontanano la telepatia non funziona più e soprattutto la fortuna viene meno. Il cambio del bersaglio segna la fine della destrezza di Gabor, Adele verrà abbandonata dal presunto principe azzurro. Perse le tracce l’uno dell’altro i due sono in preda al panico, e quasi paradossalmente il peso dell’assenza sembra pesare più dalla parte di Gabor, che pure sembrava avere avuto il coltello dalla parte del manico. In preda a illusori avvistamenti Gabor finisce sotto un camion, ma non muore. Sarà solo quando ormai privo di speranza Gabor stesso sta per buttarsi da un ponte che Adele giungerà a fargli cambiare idea. Il dialogo prelude a una ripresa del viaggio che era stato interrotto: Cfr.
Adèle- Peut-être qu'on a rêvé tous les deux. Et que c'était pas si mal... On y va?
Gabor- Ou ça?
Adèle- N'importe ou. Partout ou on ira, vous trouverez toujours un ou deux couteaux à me lancer, non?...De toute façon, on n'a pas le choix. Quand c'est pas moi qui saute c'est vous, on peut pas continuer...
Gabor- Continuer quoi?
Adèle...A pas être ensemble.
La scena si esaurisce in un abbraccio, a suggellare quella unione senza la quale né Adele né Gabor sono in grado di vivere.
Il cerchio si chiude quando entrambi avranno ripercorso le stesse tappe e si saranno scambiati i reciproci ruoli, in nome di quella tensione ineliminabile tra soggetto e oggetto, dentro e fuori i confini dell’individuo.
 

Federica FERRARI

04 - 12 - 99


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