michel petrucciani

body and soul

di Michael Radford

Documentario

di Giorgio CARELLA

 

29/30

 

Michel Radford, famoso soprattutto per aver girato Il postino con il compianto Massimo Troisi e il davvero interessante Dancing at the blue Iguana ci regala un documentario di ricostruzione storica che alterna materiale di repertorio a interviste sulla figura del grande pianista Jazz Michel Petrucciani.

Per chi è un estimatore di musica non sono necessarie presentazioni del mitico personaggio, ma per chi di voi poco o nulla sa di jazz se non che Louis Armstong era di colore, qualche notizia sarebbe necessaria. Michel Petrucciani, nato con una malattia molo rara, l'osteogenesi imperfetta,  che gli ha reso le ossa fragilissime e suscettibili di rompersi alla minima pressione e  impedito di crescere oltre il metro, è stato non solo uno dei più grandi pianisti jazz del dopoguerra, ma anche una personalità incredibilmente carismatica, amante della vita, degli eccessi, della musica e delle donne.

Il ritratto che ce ne consegna Radford è poetico, avventuroso, privo di morbosità. Non si è concentrato sul documentario in quanto sistema lessicale di immagini, l'unico oggi per giunta  in cui è ancora concessa ampia sperimentazione linguistica e narrativa, ma in quanto lavoro di ricordo e registrazione, palesemente inoggettivo e quindi vivo e appassionato. Il film ricostruisce l'infanzia di Petrucciani con il suo precocissimo talento che si getta velocemente in una carriera professionale, quasi che il piccolo Michel non fosse interessato all'adolescenza, impegnato come era a bruciare le tappe ed entrare fra i miti della musica. A 13 anni già suonava in maniera strabiliante, come se le esperienze gli avessero donato in pochissimo tempo un immenso serbatoio di tecnica e sentimenti.

La carriera del pianista francese, resosi poi americano di adozione, sembra il racconto di un pirata disposto a tutto per vivere il più possibile e godere al massimo (sapeva infatti che la sua malattia non gli avrebbe concesso di vivere molto a lungo), senza farsi mancare nulla... droga, alcool, relazioni fisse e amanti occasionali.  In un arco di tempo di circa 15 anni non solo suona con i più grandi jazzisti del pianeta, ma lo diventa lui stesso, creando una forma di solo particolare e una ritmica impensabile. In 36 anni di vita mirerà al cielo ogni momento della sua fragilissima esistenza. Ora non vi sto a raccontare tutto... lo ha fatto Radford in maniera ottima, mantenendosi rispettosamente dietro un uso sobrio delle immagini  di repertorio e usando buon gusto anche nelle interviste da lui effettuate a persone che hanno conosciuto e vissuto il grande pianista. Le immagini del film raccontano, nel vero senso della parola. Non si impongono, rimangono li, timorose davanti al miracolo Petrucciani. Bravo Radford! Per un regista è sempre difficile sapere quando farsi indietro rispetto d una storia più grande del proprio ego.

Il documentario poi è una forma cinematografica che negli ultimi anni sta generando i lavori più interessanti, più curiosi, più rivoluzionari. Tutto questo senza clamore, ma un passettino alla volta, uscendo dal regno della televisione per entrare in quello del grande schermo. Tutto questo è avvenuto da quando questo genere di racconto per immagini ha decisamente smesso di dirsi oggettivo per diventare soprattutto una visione di emozioni che il mondo genera già abbondantemente da solo. E riportando quindi il cinema alla sua intuizione primaria. L'arrivo del treno alla stazione dei fratelli Lumière in quella dirompente sera del 1895 cosa era se non un documentario?

Petrucciani è stato già di per sé un incredibile evento della nostra specie. Bellissimo vederlo raccontato così.

E quando la vita vi sembrerà merdosa, a voi che infondo avete una vita normale, questo film vi darà una forma di riscatto...

 

15:07:2011

Michel Petrucciani - Body & Soul

Regia Michael Radford
Italia/Francia/Germania 2011, 90'
Stati Uniti 2011, 132'
PMI Distribuzione
DUI: 22/06/2011

Documentario