MOULIN ROUGE
di Baz Luhrmann
con Nicole Kidman, Ewan McGregor e John Leguizamo



Il film è una replica, volendo anche più azzardata, e come tale, in parte, forzata, di ROMEO+GIULIETTA del 1997, che aveva rivelato Luhrmann al grande pubblico.
Ma la sensibilità da director di videoclip, la capacità di orchestrare numeri coreografico-musicali debordanti e molto costruiti, non bastano ad allontanare la sensazione di cucitura di prove tecnico-attoriali isolate, magari audiovisivamente eclatanti, ma poco inclini a definire un tutto. Narrasi di amore e relative pene nella Francia di fine secolo XIX. La ballerina tisica e il poeta maudit fanno coppia nel noto locale parigino, che John Huston aveva già scelto per il titolo di un suo film, ma è il luogo che assorbe le dinamiche interiori, esteriorizzandole nella macroscopicità del ballo, proprio quando andavano acquisendo una delicata - e microscopica - valenza privata.
La mano di Luhrmann segue ulteriori dinamiche [meglio: dinamismi] e continuamente sfugge al nostro controllo. Ancor più precari sono gli equilibri sui quali si gioca la parte canora, affidata al coraggio dei due protagonisti, Ewan Mc Gregor e la Signora Post-Cruise, che cantano i loro pezzi con voce incorrotta e vagamente apprezzabile. Indefinibile, invece, ancorché dispettosa, la scelta di sostituire Offenbach con Nirvana/Police/Elton John, mentre Toulouse-Lautrec/Andy Warhol fatica a trovare i Velvet Underground del caso.


Voto: 25/30

Gabriele FRANCIONI
09 - 05 - 01


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