La morte sospesa

di Kevin Macdonald
Con Joe Simpson, Simon Yates

di Riccardo FASSONE


Nella maggior parte dei casi le edizioni italiane di film stranieri portano titoli inspiegabilmente brutti. SE MI LASCI TI CANCELLO è un esempio classico, ma esiste una pingue schiera di pellicole deturpate dall'insipienza dei traduttori o dall'ottusità dei distributori. LA MORTE SOSPESA fa eccezione. Non perchè il titolo italiano sia particolarmente bello nè particolarmente fedele a quello anglofono (TOUCHING THE VOID, che è circa "toccare il vuoto"), ma piuttosto perchè facilita una riflessione sull'idea portante dell'opera di Kevin Macdonald: la sospensione. Quella brutalmente fisica, evocata dal titolo inglese, e quella astratta, quel trovarsi a metà strada tra due condizioni, che è sostanzialmente il perno sul quale si regge il film. A metà tra film-documento e re-enactment documentaristico, LA MORTE SOSPESA è la storia, raccontata per bocca di chi l'ha vissuta, di due alpinisti che decidono di scalare una delle cime più ostiche delle Ande peruviane. Qualcosa va storto e uno dei due, con una gamba rotta, si trova a dondolare a venticinque metri di altezza legato solo al compagno che a causa delle condizioni climatiche avverse non può vederlo nè sentirlo. Non si va oltre nell'enunciazione della trama per rispetto dello spettatore (non siamo mica la Tornabuoni!), ma basta questo breve tratteggio a palesare il fatto che sia l'incertezza la vera protagonista del bel lavoro di Macdonald. La condizione stessa dell'alpinista, quella tensione quasi eroica a sfidare forze ataviche, è sospensione del giudizio, delirio di onnipotenza che soverchia anche l'istinto di conservazione, un'interruzione parziale del senso del pericolo che ben traspare dalle voci Joe Simpson e Simon Yates, chiamati a raccontare la propria incredibile storia. Ma LA MORTE SOSPESA è anche, e più letteralmente, un film sulla sospensione della vita, sulla condizione di equidistanza tra il sonno e la veglia che Joe, dato ormai per morto eppure sovrumanamente deciso a sopravvivere, sperimenta per l'intera seconda parte della pellicola. La morte che sembra così desiderabile quando si è in preda al dolore, circondati dallo spazio enorme delle vette, si allunga più volte su Joe che, invece, ha il solo obbiettivo di vivere, non rimanere preda della montagna che ha deciso di sfidare. Nella capacità di rendere soffocante lo spazio aperto, LA MORTE SOSPESA assomiglia al bellissimo JAPON di Carlos Reygadas, ma l'originalità della formula narrativa fa di questo film un caso a sè, un tentativo, riuscitissimo, di proiettare sullo schermo le sfumature più affascinanti dell'istinto di sopravvivenza, la descrizione brutale della lotta contro la morte che riempie gli ultimi quaranta strepitosi minuti del film. Un plauso anche ai curatori dell'edizione italiana, nella quale gli sporadici dialoghi tra i due attori che interpretano Simpson e Yates nel re-enactment sono stati lasciati in lingua madre; una scelta coraggiosa e lodevolissima, perchè quel "fuck" che risuona di un paralizzante riverbero naturale nell'abisso di ghiaccio è il climax di un film straordinario.
 

Voto: 29/30

26:03.2005

LA MORTE SOSPESA

titolo originale: Touching The Void

Regia: Kevin Macdonald
Anno: 2003
Nazione: Regno Unito
Data uscita in Italia: 18:03:2005
Genere: Drammatico