MONSTERS & CO.
di Peter Docter e David Silverman



Dal Future Film Festival, alla proiezione in lingua originale presso la sede della Buena Vista International, continuiamo a godere della magia ancora nascosta e sotterranea di uno splendido capolavoro pensato e disegnato dai genii bambini della Pixar Corporation, già capaci di invenzioni ineffabili quali A BUG'S LIFE, TOY STORY 1 & 2 e l'inarrivabile capolavoro sintetico - nel senso di concentrazione di idee perfette - FOR THE BIRDS: MONSTERS INC ci arriva "a fette", mai completo e intero, a partire dall'annuncio della lavorazione, con le primissime immagini [Future F.F. edizione 2001], passando per l'edizione appena terminata della rassegna, con il making of spiegato davanti ad un pubblico in adorazione, fino a questa anteprima dell'anteprima, in inglese, con tanto di traffico romano colpevole di un ritardo, che decapita il film dei primi venti minuti [!] e ci lascia ancora non completamente sazii…
Ciò che più colpisce, come al solito nel caso della Pixar, è la capacità di concentrare quasi tutta la ricerca nel dettaglio relativo alle espressioni dei visi/musi dei protagonisti, ancora più incredibile quando riguarda animali, come il post-orso protagonista di questo lungometraggio: mentre il tentativo di ricreare alla perfezione un volto, una testa, un corpo umani, infatti [si veda a questo proposito uno dei personaggi di contorno di TOY STORY 2], per quanto apprezzabile, porta solo a ricreare ciò che altrimenti avremmo lo stesso, qualora utilizzassimo, appunto, degli attori, nel caso di esserini folli come l'Henry di MONSTERS INC - in pratica una palla di carne [?] verde con zampette, braccia e un occhio solo sopra naso e bocca - la sfida è infernale e si basa sulla possibilità o meno di raggiungere un'adeguata espressività senza poter ricorrere agli elementi somatici classici, in questo caso addirittura lo sguardo di uno pseudo animaletto privato di uno dei due elementi essenziali! Come si fa a esprimere tristezza, depressione, ammiccamento, gioia con, appunto, lo sguardo che parte da un solo occhio??? La Pixar ci riesce e, a Bologna, i suoi creativi della computer grafica ce lo hanno spiegato con assoluta dovizia di particolari, informandoci anche del fatto che per due minuti di film occorre una settimana di lavoro dedicato ed esclusivo a quella scena […].
Il bello è che, se noi ci concentriamo sull'occhio di Henry, non è affatto detto che apprezzeremmo ugualmente il tutto anche se ciò che sembra secondario fosse stato elaborato con minore perizia; come dire che, mentre guardiamo la palla di carne, con la coda dei nostri [due] occhi valutiamo anche il folle approfondimento nel dividere tra loro le migliaia di peli dell' orso verde-rosa Sully, compagno di avventure di Henry.
Per rendere onore a un lavoro infinito, fatto col cuore e mai fine a se stesso, comunque, sarebbe giusto pubblicare -avendole a disposizione… - le storyboard del film e immagini o video delle fasi di lavorazione, dal momento che, in casi come questo, è giusto apprezzare anche [si badi bene: ANCHE, e non SOLO] la quantità tutta utile della fatica fatta dal gruppo di lavoro. Altrove [film d'azione e simili] certi sforzi produttivi ci sembrano, sinceramente, inutili…
Tutto questo sarebbe ancora nulla se la stessa passione folle che ci fa godere dell'umanità dei birds [riguardatevi il momento in cui imitano il volatile hyppie: magistrale!], o quella di Sully ed Henry, non fosse applicata anche alla storia, al plot.
Assolutamente geniale e pertinente, a questo proposito, lo spunto della fabbrica ["Inc"] dove si fabbricano, oltre ai monsters del titolo - ovviamente adorabili e non mostruosi, ovviamente più vicini alle derive psicologiche dei freak di Tim Burton che all'orco delle fiabe - migliaia di porte, quasi vere e proprie huxleiane doors of perception, soglie tra stati di coscienza e/o consapevolezza, che separano il mondo consapevolmente inventato, fake delle storie cartonate, da quello reale. Ciascuna porta si apre su un luogo/contesto diverso del nostro mondo: la Torre Eiffel, una roulotte, Venezia etc. e non richiede spazio dietro di essa, rimanendo appesa, bidimensionale com'è, ai binari della catena di montaggio. Sully s'innamora del personaggio di una bambina e i bambini sono ritenuti nemici dei mostri, per cui l'intera struttura dirigenziale di Monsters Inc. decide di eliminarla. L'intreccio è in questa difesa-attacco alla bambina, con l'orso bicromatico a fare da scudo ed Henry-Sancho Panza a suggerire modi acconci per l'azione dell'amico.
Le voci di John Goodman e Billy Cristal sono assolutamente perfette per i due protagonisti. Orso Sully E' John Goodman, replicandone la bonomia e la pacifica presa di possesso dello spazio fisico e filmico.
Non c'è mai, qui come in tutti i prodotti della Pixar, un tono alto o l'intenzione di distribuire messaggi edificanti all'universo dei più piccoli. C'è un'aria respirabilissima scanzonata e autoironica, come anche negli Studios della casa americana: al Future Film Festival, infatti, abbiamo potuto vedere un filmato dedicato alla nuova sede, ai luoghi e all'atmosfera che regna, improntata al massimo lavoro per il massimo divertimento, cioè basata sulla filosofia più giusta per prodotti di questo tipo.
MONSTERS INC è, di fatto, un'opera perfetta, così lontana da certa grandeur massimalista dei trionfi tolkeniani, dove ogni sforzo realizzativi rinasce sotto forma di distillato, essenza di talento e poesia, mentre altrove si assiste ad una duplicazione tale e quale delle quantità messe in campo.
Aspettiamo con ansia, è proprio il caso di dire, il dvd del film, in uscita in autunno, che conterrà appropriatissimi outtakes e il mirabile, già citato, FOR THE BIRDS.

Voto: 30/30 e lode

Gabriele FRANCIONI
30 - 01 - 02