MINORITY REPORT
di Steven Spielberg




XXI sec: grazie alla nascita di tre pre-cog, dei mutanti in grado di vedere il futuro, la polizia di Washington D.C. nella fattispecie la sezione Pre-Crimine pu arrestare e isolare coloro che stanno per commettere un omicidio. I pre-cog non sbagliano e se sono in disaccordo fra loro non viene intentata nessuna azione nei confronti del probabile assassino. John Anderton il capo di questa sezione con funzioni innovative e crede ciecamente nel progetto fino a quando.. Fino a quando non viene messo in dubbio il suo liberio arbitrio, e ricercato dai suoi stessi uomini, si ritrova a vagare in una citt dove impossibile scappare, dove tutto controllato e la privacy un concetto accantonato da tempo. Spielberg ci presenta uno dei migliori action-thriller degli ultimi anni, dove sfoga la sua straripante fantasia, aiutato da quel genio visionario di P.K.Dick, e si muove oltre che fra gli strati di una citt futuristica, dove la tecnologia figlia di quella attuale, il che rende tutto molto credibile, anche fra gli strati della mente umana, dell'etica, della morale. Nonostante alcune concessioni al fanciullismo innato nel nostro regista, il film, grazie anche ad una splendida fotografia, un grigio collante che inchioda lo spettatore alla poltrona e libera il pensiero di chi guarda a interrogarsi su dove ci si pu spingere nel nome della legalit e della pubblica sicurezza. Tutto viene messo in dubbio, anche lo stesso concetto di democrazia, colonna fondamentale del nostro corpo sociale e un pizzico di pi della societ statunitense. Infatti il rapporto di minoranza non altro che una delle tre visioni dei pre-cog, che non essendo concorde con quella degli altri due viene accantonata e non considerata. W la maggioranza? Quando Anderton-Cruise lo scopre tutto il suo mondo viene a crollare. Inoltre accusato di omicidio, o meglio di volerne perpetrare uno, e deve snaturarsi per poter fuggire e provare la propria innocenza. Rinuncia agli occhi, i suoi, per farsene impiantare di nuovi, non segnalati dai lettori ottici onnipresenti nella sua citt. Rinuncia simbolicamente a vedere pur di arrivare alla verit, e cede alla forza delle macchine che lo circondano e alle quali non pu sfuggire. Certo che nel film vi pi azione che critica sociale, mentre nel racconto del maestro Dick le dosi erano invertite, ma va riconosciuto alla coppia Spielberg-Cruise di aver dato luce a un bel progetto, godibile e che comunque insinua qualche piccolo dubbio.

Voto: 26/30

GIULIO AMATO
26 - 09 - 02


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