Siamo sul finire della Guerra di Seccessione e il presidente degli Stati
dell'Unione Abramo Lincoln cerca di far votare al congresso il tredicesimo
emendamento che cancella la schiavitù dagli Stati americani. Questa in due
parole la trama del nuovo film di Spielberg che si rivela la nemesi del
precedente War Horse. Quanto la precedente pellicola era melensa, stupida
e imbarazzante, tanto questa è adulta, orgogliosa e complessa. Ve lo dico
subito, secondo me LINCOLN è un film che resterà nella memoria come uno dei
più belli girati da Spielberg e lo studieremo nelle scuole di cinema fra
trent'anni.
Da un certo punto di vista questa pellicola è anche il contraltare perfetto
a "Via col Vento" che della guerra di secessione racconta i sentimenti del
Sud. Ecco, proprio questo è quello che mi viene da pensare; i sentimento del
Sud contro la ragione del nord. Ed è così che mi sono sempre immaginato le
motivazioni delle persone che quella guerra l'hanno combattuta. Il Sud per i
suoi sentimenti, melanconie, tradizioni. Un cultura sanguigna. Il nord per
la sua ragione delle cose, a quello che al di là dei sentimenti è giusto
fare. Una cultura razionale.
E all'interno di ciò che è un sistema di ragioni, ci si muove in base a
quello che è necessario fare e non a quello che, pur con molta sincerità, si
vorrebbe fare.
Dentro questo film ci sono caratteristiche ben precise, questioni
filosofiche complesse e una questione davvero sottile che vien messa in
gioco. L'idea che la Democrazia abbia bisogno della corruzione. Argomento
fantastico oserei dire e di tale profondità che non ne ho certo io le
capacità per affrontarlo. Ovviamente non mi dò problemi a svelare il finale,
tutti sanno come va a finire, ma è bello sapere e capire che non è con la
ragione dell'idea che noi oggi riconosciamo come incontrovertibile e giusta
e cioè che nessun uomo è nato inferiore ad un altro e che a nessuno si deve
o si può accettare di riservare la vita dello schiavo, ma sulla base della
corruzione, quella dei soldi e della elargizione dei posti di potere che la
schiavitù in America viene abolita. E la possibilità dell'abbattimento della
schiavitù avviene tramite il gioco della democrazia. Ergo, la democrazia si
basa sul compromesso e sulla corruzione, Lecita per promuovere le proprie
idee (ed è sempre difficile accettare che tutti credono di fare le cose in
nome del bene). Nel film a rappresentare questo passaggio per cui è
attraverso la ragione che facciamo transitare davvero le necessità del cuore
c'è la straordinaria figura di James Mitchell Ashley (Tommy Lee Jones) che
combatte in maniera intransigente per l'abolizione della schiavitù e che
vorrebbe azioni tanto radicali da essere un pericolo per le sue stesse
giuste idee. E nel film in cui Spielberg si trincera dietro una grande
sobrietà stilistica, il nostro Abramo Lincoln è il simbolo del buon
imperatore e il congresso il simbolo del peggior senato, in cui le armi
della dialettica e quelle del denaro e dei favori distribuiti di sottobanco
non si sprecano. Quello che però viene messo in gioco non è un interesse
lobbistico, ma un'idea in se. Un'idea e non un interesse economico, che pur
c'è nella questione in causa, eliminare la schiavitù voleva dire livellare
tutta la ricchezza degli stati del sud e obbligare gli operai del nord ad
abbassare i salari. La figura di Abramo Lincoln poi è ben complessa, un
avvocato liberista che si trova a guidare un paese così enorme e difficile
nel momento più drammatico della sua storia. il presidente della carneficina
che ancora oggi lascia strascichi in America è amato e osannato, tanto da
essere considerato il secondo padre della patria dopo George Washington. Una
figura memorabile a cui Daniel Day Lewis da corpo e anima e glielo da
talmente bene che per voi dalla visione del film in poi penserete che
davvero Daniel Day Lewis sia Abramo Lincoln.
La maestria di Spielberg qui è poi il suo grande autocontrollo, la sua
capacità di mettersi davvero in un angolo a guardare il grande presidente, a
guardare la Storia, così incredibile e immensa che non ha bisogno di grandi
movimenti di macchina, di invasività, di straordinaria capacità visiva. No,
questo Spielberg si rivela, nel suo essenziale, il genio che io penso che
sia.
(Voto: 30/30 ..non gli do la lode per il pessimo doppiaggio..Favino che fa
Lincoln non si può sentire). |