lincoln

di Steven Spielberg
con Daniel Day-Lewis, Sally Field

e con Tommy Lee Jones, Joseph Gordon-Levitt

di Giorgio CARELLA

 

30/30

 

Siamo sul finire della Guerra di Seccessione e il presidente degli Stati dell'Unione Abramo Lincoln cerca di far votare al congresso il tredicesimo emendamento che cancella la schiavitù dagli Stati americani. Questa in due parole la trama del nuovo film di Spielberg che si rivela la nemesi del precedente War Horse. Quanto la precedente pellicola era melensa, stupida e imbarazzante, tanto questa è adulta, orgogliosa e complessa. Ve lo dico subito, secondo me LINCOLN è un film che resterà nella memoria come uno dei più belli girati da Spielberg e lo studieremo nelle scuole di cinema fra trent'anni.
Da un certo punto di vista questa pellicola è anche il contraltare perfetto a "Via col Vento" che della guerra di secessione racconta i sentimenti del Sud. Ecco, proprio questo è quello che mi viene da pensare; i sentimento del Sud contro la ragione del nord. Ed è così che mi sono sempre immaginato le motivazioni delle persone che quella guerra l'hanno combattuta. Il Sud per i suoi sentimenti, melanconie, tradizioni. Un cultura sanguigna. Il nord per la sua ragione delle cose, a quello che al di là dei sentimenti è giusto fare. Una cultura razionale.
E all'interno di ciò che è un sistema di ragioni, ci si muove in base a quello che è necessario fare e non a quello che, pur con molta sincerità, si vorrebbe fare.
Dentro questo film ci sono caratteristiche ben precise, questioni filosofiche complesse e una questione davvero sottile che vien messa in gioco. L'idea che la Democrazia abbia bisogno della corruzione. Argomento fantastico oserei dire e di tale profondità che non ne ho certo io le capacità per affrontarlo. Ovviamente non mi dò problemi a svelare il finale, tutti sanno come va a finire, ma è bello sapere e capire che non è con la ragione dell'idea che noi oggi riconosciamo come incontrovertibile e giusta e cioè che nessun uomo è nato inferiore ad un altro e che a nessuno si deve o si può accettare di riservare la vita dello schiavo, ma sulla base della corruzione, quella dei soldi e della elargizione dei posti di potere che la schiavitù in America viene abolita. E la possibilità dell'abbattimento della schiavitù avviene tramite il gioco della democrazia. Ergo, la democrazia si basa sul compromesso e sulla corruzione, Lecita per promuovere le proprie idee (ed è sempre difficile accettare che tutti credono di fare le cose in nome del bene). Nel film a rappresentare questo passaggio per cui è attraverso la ragione che facciamo transitare davvero le necessità del cuore c'è la straordinaria figura di James Mitchell Ashley (Tommy Lee Jones) che combatte in maniera intransigente per l'abolizione della schiavitù e che vorrebbe azioni tanto radicali da essere un pericolo per le sue stesse giuste idee. E nel film in cui Spielberg si trincera dietro una grande sobrietà stilistica, il nostro Abramo Lincoln è il simbolo del buon imperatore e il congresso il simbolo del peggior senato, in cui le armi della dialettica e quelle del denaro e dei favori distribuiti di sottobanco non si sprecano. Quello che però viene messo in gioco non è un interesse lobbistico, ma un'idea in se. Un'idea e non un interesse economico, che pur c'è nella questione in causa, eliminare la schiavitù voleva dire livellare tutta la ricchezza degli stati del sud e obbligare gli operai del nord ad abbassare i salari. La figura di Abramo Lincoln poi è ben complessa, un avvocato liberista che si trova a guidare un paese così enorme e difficile nel momento più drammatico della sua storia. il presidente della carneficina che ancora oggi lascia strascichi in America è amato e osannato, tanto da essere considerato il secondo padre della patria dopo George Washington. Una figura memorabile a cui Daniel Day Lewis da corpo e anima e glielo da talmente bene che per voi dalla visione del film in poi penserete che davvero Daniel Day Lewis sia Abramo Lincoln.
La maestria di Spielberg qui è poi il suo grande autocontrollo, la sua capacità di mettersi davvero in un angolo a guardare il grande presidente, a guardare la Storia, così incredibile e immensa che non ha bisogno di grandi movimenti di macchina, di invasività, di straordinaria capacità visiva. No, questo Spielberg si rivela, nel suo essenziale, il genio che io penso che sia.
(Voto: 30/30 ..non gli do la lode per il pessimo doppiaggio..Favino che fa Lincoln non si può sentire).

lincoln
Stati Uniti 2013, 145'
DUI: 24/01/20132

Biografico