KUNG FUSION

di Stephen Chow

Con  Stephen Chow, Wah Yuen,

Qiu Yuen, Leung Siu Lung

di Marco AGUSTONI


Forte del successo mediatico del precedente SHAOLIN SOCCER –portato dalle nostre parti, attraverso un curioso percorso distributivo inverso, dal sotterraneo passaparola del peer to peer al fasto delle sale cinematografiche- Stephen Chow si ripresenta col suo nuovo, esuberante KUNG FUSION passando questa volta dalla porta principale (tenuta ben aperta dai distributori nella speranza di un nuovo fenomeno di culto).
La trama è piuttosto semplice, e a dire il vero sembra per lo più un pretesto per sfoggiare l’iniezione steroidea di azione ed effetti speciali che scorre nelle vene di tutto il film: nella Cina degli anni ’40, due sgarruppati truffatori –Stella, interpretato dallo stesso Stephen Chow, e il suo grasso compare- tentano di farsi passare per membri della temibile gang dell’ascia e di estorcere del denaro agli inquilini di un complesso residenziale apparentemente tranquillo. Alcuni degli abitanti del posto si rivelano però essere tutt’altro che arrendevoli, e nella baruffa che ne consegue i due attirano l’attenzione della vera gang dell’ascia. Da qui scaturiscono tutta una serie di situazioni che vedono passare Stella dalla crisi per il proprio fallimento come criminale (carriera intrapresa dopo avere concluso che “i buoni non vincono mai”) all’arruolamento nelle fila della banda di malviventi da lui tanto ammirata, per giungere infine alla redenzione e ad un’incredibile “rinascita”.
La logica dell’intera narrazione si basa comunque sul principio “a un certo punto si scopre che qualcuno è molto più forte di quello che sembra” ripetuto varie volte e immerso in una tale frenesia di combattimenti ed inseguimenti da far passare in secondo piano la pochezza della trama. E non poteva mancare, ovviamente, il sottofilone romantico che vede ancora una volta Stephen Chow –così come in SHAOLIN SOCCER- prima disprezzare una ragazza menomata (in questo caso muta, nel precedente film sfregiata) persa per lui, e solo in seguito pentito accetarne l’amore.
KUNG FUSION è anche il primo film di Chow in collaborazione con una major, la Sony (attraverso la Columbia-Asia), e forse l’attore-regista ha pensato bene che i soldi dell’imponente budget preposto per il seguito di SHAOLIN SOCCER andavano spesi fino all’ultimo, pompando l’ora e mezza di storia con effetti speciali al limite del pacchiano e alterando la miscela sapiente dell’opera precedente. In SHAOLIN SOCCER infatti l’uso degli effetti speciali si amalgamava correttamente al servizio della narrazione; nel caso di KUNG FUSION, al contrario, la sovrasta e le toglie il respiro. Schiacciato fra una sovrabbondanza di scene mozzafiato, lo humor orientale, sbilenco di Chow trova raramente lo spazio necessario per esprimersi al meglio.
Così come FINAL FANTASY è stato un tentativo (infelice) di film d’animazione che tendeva alla verosimiglianza, KUNG FUSION è invece (preceduto forse da THE MASK) un film reale che attraverso l’uso massiccio di effetti speciali tende al cartoon. E quindi personaggi che si spappolano contro un muro e subito dopo si rialzano come niente fosse, inseguimenti alla Wile Coyote e colpi speciali degni di Dragonball: ecco, in questo caso non è allora corretto parlare di “pacchiano”, in quanto si tratta di un ben preciso intento di tendere verso la forma “cartone animato”. Non è un caso, forse, che a doppiare Chow nella versione italiana sia stato chiamato Nanni Baldini, voce del ciuchino di SHREK.
KUNG FUSION è però anche uno spassionato omaggio di Chow al cinema di arti marziali che così profondamente ha segnato la sua infanzia e che è continuamente ricordato attraverso citazioni che da Bruce Lee arrivano fino a Jackie Chan e oltre, tracciando una sorta di linea evolutiva del genere dalle origini fino al presente. A rimarcare ciò, la scelta del cast tecnico e artistico vede la presenza di numerosi nomi storici del cinema di Hong Kong, a partire dal coreografo Yuen Wo Ping (che ha cominciato la sua carriera proprio nei film d’arti marziali degli anni ’60 e ’70 e che più recentemente si è trovato a lavorare per MATRIX e LA TIGRE E IL DRAGONE) fino ad arrivare a Leung Siu Lung, che nel film interpreta la parte del “diavolo”, considerato assieme a Lee e Chan una delle leggende del cinema di Hong Kong.
Concludo accennando al pessimo lavoro di doppiaggio effettuato per la versione italiana che, oltre ad apparire approssimativo, fa parlare i personaggi cinesi di KUNG FUSION in romanesco, toscano, palermitano, riproducendo così l’irritante effetto che aveva rovinato la versione cinematografica di SHAOLIN SOCCER. Insomma, se proprio volete un consiglio, guardatevi la versione originale sottotitolata, magari trovandola su un qualche sistema di peer to peer.
 

Voto: 22/30

04:05:2005

KUNG FUSION

T.O.: Kung Fu Hustle

Regia: Stephen Chow
Anno: 2005
Nazione: Cina
Durata: 90'
Data uscita in Italia: 27:05:2005
Genere: Azione, Commedia