Gerard Damiano, autore nel 1972 di GOLA PROFONDA, oggetto cinematografico a
metà tra porno d’antan e sgangherata commedia plautina, si è guadagnato il
titolo di padre del porno chic non tanto in virtù della cifra estetica
(tutto sommato abbastanza evanescente) dei propri lavori, quanto piuttosto
perchè a una sua intuizione si deve lo sdoganamento del porno presso le
masse liberal d’oltreoceano. L’idea fu quella di sfruttare la censura per
portare al cinema chi al porno non sarebbe mai arrivato. Accendere
l’attenzione degli attivisti dei diritti civili e degli intellettuali
progressisti (in entrambi i casi pubblico pagante) per promuovere un film
che, costato, oltre all’incarcerazione dell’attore protagonista, 250.000
dollari, ne incassò 600 milioni. Lo scoperchiamento del vaso di Pandora che
conteneva i principi del moderno advertising.
Il documentario INSIDE GOLA PROFONDA, prodotto da Brian Grazer e dunque
figlio più che mai legittimo dell’establishment hollywoodiano, è una
riflessione sul rapporto tra lo spettatore e il sesso mostrato nella sua
forma più esplicita e un’analisi dell’agire della censura nei confronti del
fenomeno di inarrestabile espansione del porno il cui motore fu il film di
Damiano. Il lavoro di ricerca e di montaggio di Fenton Bailey e Randy
Barbato è formalmente ineccepibile, reso leggero e fruibilissimo da una
pletora di interventi sagaci, di ammiccamenti, di allusioni alla indiscussa
abilità ginnica della Lovelace, di personaggi curiosi (non ultimo il nostro
pupillo John Waters), eppure sembra mancare di una reale propulsione
investigativa. A partire dal manicheismo ingenuo stabilito tra censori
bacchettoni e un po’ repressi e radicali sostenitori della meravigliosa
seconda rivoluzione (cine)sessuale, l’indagine sul fenomeno DEEPTHROAT è
resa monca da uno sguardo eccessivamente romantico, che taglia corto sulle
collusioni della produzione con la malavita e intona un come eravamo un po’
facilone su quanto i lavori di Damiano fossero limpidamente rivoluzionari.
L’unica che ne esce male è Linda Lovelace, che passa (forse nemmeno troppo
ingiustamente) per una ragazzina di campagna priva di volontà, preda di
un’inquietante metamorfosi da virtuosa della fellatio a cristiana rinata,
costretta, passati da un po’ gli “anta”, a posare nuda per pagare le
bollette.
Resta il fatto che GOLA PROFONDA ha cambiato le regole della fruizione del
cinema, costituendo un precedente clamoroso in fatto di incassi realizzati
sulla base delle aspettative generate nel pubblico; GOLA PROFONDA,
nonostante si trattasse di un prodotto sostanzialmente mediocre, sicuramente
inferiore ad altri porno “d’autore” di poco successivi come THE OPENING OF
MISTY BEETHOVEN, divenne un monumento allo sfruttamento a fini pubblicitari
degli elementi extra-filmici (la censura, le interrogazioni parlamentari, i
processi). Non è incauto pensare, quindi, che più che il porno
contemporaneo, da GOLA PROFONDA discendano legittimamente film che, al di là
del valore cinematografico, giovarono di un attento lavoro di marketing
“collaterale” come CANNIBAL HOLOCAUST o THE BLAIR WITCH PROJECT e che il
flano del documentario, che cita ironicamente “censurato in 23 stati”, sia
in sostanza il punto di arrivo di una riflessione vecchia come l’uomo.
Impediscimi di vederlo e io vorrò vederlo: un motto, valido al cinema
più che in altri contesti, di cui GOLA PROFONDA è la dimostrazione più
clamorosa.
Voto: 22/30
10:06:2005 |