IMMORTAL AD VITAM

di Enki Bilāl
Con: Linda Hardy, Charlotte Rampling

di Loris Serafino


Nel 2095 Horus, una divinitā egizia sbucata da una piramide sospesa nel cielo di New York, scorrazza per le vie di Manhattan sotto diverse identitā. L'obiettivo č quello di trovare Jill, una giovane e misteriosa donna (capelli e lacrime blu e inspiegabile conformazione degli organi interni) in grado di dare al Dio dalla testa di falco degna discendenza. Per avvicinarsi alla ragazza Horus prenderā possesso del corpo di Nikopol, il leader storico degli oppositori al sistema di potere dominante scampato fortuitamente all'ibernazione forzata a cui era stato condannato trent'anni prima. La prima mezz'ora lasciava ben sperare, se non altro per la capacitā di Bilāl (autore della serie di fumetti da cui trae ispirazione il film) di saper dare spessore evocativo ad immagini peraltro fortemente debitrici di innumerevoli altre distopie fantascientifiche. E se l'amalgama techno-fantasy (che utilizza con un certo dispendio di mezzi la tecnica mista che fonde insieme attori veri e creature e ambienti interamente ricreati al computer) lasciava ad intendere che le presunzioni di visionarietā, misticismo e sarcastiche "metafore del nostro tempo" potessero aver prodotto un inaspettato (nell'era dei blockbustar ultrapubblicizzati) piccolo "cult", la delusione finale č doppia. La storia si fa sempre pių balbettante strada facendo fino a risolversi in un fumoso e criptico nulla di fatto; di concerto, la spettacolaritā della tecnica digitale si affievolisce insieme alla qualitā dei dialoghi che mette in bocca ad una presunta divinitā frasi di fastidiosa banalitā giovanilistica.

 

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Voto: 17/30

18:12.2004


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