Forte del successo del precedente episodio, il team de
L’era glaciale torna più
sicuro di prima e confeziona un nuovo, autocelebrativo capitolo della saga
di Manny il mammut, Sid il bradipo e Diego la tigre dai denti a sciabola.
Tecnicamente, i passi avanti sono notevoli e si manifestano soprattutto
nella resa eccellente delle acque e dei ghiacci che costituiscono la
minaccia per la comunità mista di animali preistorici di cui fanno parte i
tre protagonisti. Tuttavia, questo non stupisce più di tanto, visti i
progressi nel campo dell’animazione 3d compiuti negli ultimi anni. Da un
punto di vista narrativo, invece, Il
disgelo risulta un po’ meno ingenuo del suo predecessore, alternando
suspense ed umorismo nella giusta misura. Le gag si susseguono numerose, a
volte scontate, ma pur sempre gustose, secondo il modello già rodato della
serie. Viene dato più spazio, in virtù dello stato di personaggio di culto
che si è nel frattempo guadagnato, allo sfortunato scoiattolo Scrat,
costantemente alla ricerca della sua amata ghianda, che intervalla l’azione
con le sue peripezie, arrivando addirittura, in questo caso, ad assurgere al
ruolo di deus ex machina.
Ma veniamo alla vicenda: Sid, Diego e Manny, i tre protagonisti del primo
episodio de L’era glaciale,
devono questa volta fronteggiare la fine dell’era glaciale, stretti in una
valle chiusa fra i ghiacciai che stanno per sciogliersi. L’unica possibilità
di sfuggire all’allagamento della conca di terra in cui si trovano, sta nel
raggiungere una sorta di arca naturale che si trova dall’altra parte della
vallata. Incalzati da due nemici preistorici, scongelati dopo chissà quanti
millenni, ognuno alle prese con i propri problemi (in particolare la tigre,
che dovrà affrontare il suo terrore dell’acqua), i componenti dello strano
terzetto intraprendono questo viaggio della speranza, ma stavolta non sono
soli. Ad accompagnarli ci sono infatti due petulanti opossum, assieme a loro
“sorella”, una mammut in crisi di identità, unica sopravvissuta della specie
insieme all’ansioso Manny. Nessuna grossa sorpresa, ovviamente, sebbene il
finale sia proprio azzeccato, a coronare una pellicola sempre gradevole,
sicura delle proprie qualità e del garantito successo.
Voto: 26/30
12/05/2006
BLU SKY STUDIOS, dal FFF 2006 |