HOUSE OF THE DEAD

di Uwe Boll

Con: Jonathan Cherry, Clint Howard, Jurgen Prochnow, Ellie Cornell

di Flavio GIOLITTI


Alcuni giovani raggiungono un’isola sperduta per partecipare ad una festa, ma trovano solo desolazione e morte; presto braccati da un’orda di morti viventi, saranno costretti a barricarsi all’interno di una casa nella quale scopriranno come tutto ha avuto inizio.
Sulla scia del successo dell’assai migliore RESIDENT EVIL, verso il quale ha più di un debito, HOUSE OF THE DEAD è la versione cinematografica di un altro celebre videogioco, e a chi eventualmente non l’avesse capito numerose schermate del medesimo inserite a bella posta nel montaggio provvedono a ricordarlo ogni cinque minuti (sic!). Anche se il film è opera del regista tedesco Uwe Boll, si nota fin troppo il contributo alla sceneggiatura dell’americano Dave Parker, autore alcuni anni addietro del nefasto THE DEAD HATE THE LIVING!, omaggio dichiarato e goffo alla trilogia dei morti viventi di Lucio Fulci: dopo tre quarti d’ora di assoluto vuoto, con inutili chiacchiere a iosa e nudi gratuiti a profusione, arrivano finalmente gli zombi, che, in omaggio alla moda inaugurata dalle creature di 28 GIORNI DOPO, corrono come forsennati; peccato che in questo caso non suscitino la benché minima inquietudine, se non altro perché c’è da sbellicarsi dalle risate a vedere morti viventi che, oltre a scattare come centometristi, nuotano come campioni olimpionici, lottano facendo roteare mazze e sfoggiano acrobazie volanti degne di Bruce Lee. Fortunatamente, da qui in avanti, il ritmo si impenna e la colonna sonora diventa piacevolmente martellante; ma lo splatter, nonostante tutto, latita, i personaggi, fighetti e antipatici, si muovono in uno scenario che sembra ricostruito a Gardaland, e Jurgen Prochnow, ormai definitivamente sprofondato nella serie zeta, accentua la sensazione di pochezza suscitata dall’insieme comparendo verso la fine nel ruolo di un personaggio involontariamente caricaturale che ha la propria unica ragione di esistere nel tentativo di dare una (puerile) motivazione alla vicenda.
Quasi in contemporanea all’uscita (rigorosamente estiva) del film sugli schermi italiani è per fortuna giunta la notizia che George Romero sarebbe finalmente al lavoro, dopo anni di rinvii, su LAND OF THE DEAD, quarto capitolo della propria monumentale opera dedicata ai morti viventi; fa riflettere, però, il fatto che anziché dare subito un’opportunità all’indiscusso maestro del genere, l’industria cinematografica d’oltreoceano abbia piuttosto preferito produrre pellicole come questa e come il dissacrante remake di DAWN OF THE DEAD.

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Voto: 14/30

09.08.2004


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