La felicità porta fortuna e
a quanto pare scatena anche reazioni “chimiche” .
Poppy fa la maestra e ama il suo lavoro, scorazza per Londra mixando vestiti
kitsch, abita con la sua migliore amica e vive il suo presente col sorriso,
accoglie il mondo e sta bene nella sua pelle.
Mike Leigh racconta la storia di questa felicità gettata in un mondo spesso
come un’estranea.
La società che ha mercificato la felicità, riempiendosene continuamente la
bocca strumentalizzandola, barattandola, promettendola, ha creato individui
frustrati, come la sorella di Poppy: una donna che ha investito ciecamente
le sue speranze di felicità nel modello di madre moglie casalinga, e che
dopo aver ligiamente eseguito tutto il percorso si ritrova ancora una volta
infelice. Ed ecco che la felicità di Poppy si trasforma in una tanto potente
quanto inconsapevole arma di disvelamento davanti alla quale nascono
frustrazioni ed invidie. A Poppy viene rimproverato dalla sorella di non
pensare al futuro, di essere irresponsabile ed ambigua dal suo insegnante di
scuola guida che rimane talmente sconvolto dalla piccola e allegra maestra
fino a divenirne addirittura ossessionato.
Ma Poppy non è una creatura fuori dal mondo, non è per l'appunto
un’irresponsabile né un’ingenua, e il mondo quindi è anche il suo mondo,
popolato da persone aperte alla vita e al sorriso. Poppy è un piccolo e
magnifico insegnamento all’accettazione di sé e all’esplorazione degli altri
coltivando sempre giorno per giorno la nostra felicità, perché la felicità
non è un fine, ma il mezzo per costruire la propria fortuna.
10:01:2009
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