la giusta distanza

di Carlo Mazzacurati

con Valentina Lodovini, Fabrizio Bentivoglio

di Virginia NEGRO

 

25/30

 

Mara arriva a Codadalbero, un piccolo paese alle foci del Po, per sostituire la vecchia maestra impazzita. Come ne L’uomo senza passato di Kaurismaki, Mara arriva da straniera e, grazie alla sua non-identità, svela i contorni di un’umanità celata dall’evanescenza di questo luogo non luogo, frontiera nebbiosa tra luce ed ombra. Mara, una Valentina Lodovini che cerca una naturalezza che non trova, solo con la sua presenza rompe la regolarità del paese, crea turbamenti, fa riaffiorare sentimenti repressi, sconvolgendo infine per sempre l’apparente serenità del posto.
Mazzacurati affronta il tema dell’altro e del rapporto con il diverso senza tralasciare il confronto con temi attuali quali l’immigrazione e l’integrazione, vera o presunta. Hassan è un meccanico tunisino stimato da tutti. Sarà però il primo su cui si punterà il dito proprio a causa della sua sostanziale non appartenenza al luogo, della sua evidente diversità.
Insieme Mara e Hassan rompono la regola della giusta distanza (“La giusta distanza è quella che un giornalista dovrebbe saper tenere tra sé e la notizia: non troppo lontano da sembrare indifferente, ma nemmeno troppo vicino, perchè l’emozione, a volte, può abbagliare”) e vivono la loro passione, ossessivamente osservati dall’intero paese. Anche noi, come gli altri, possiamo spiarli senza essere visti, e lo facciamo attraverso gli occhi trasparenti del ragazzo di paese che vuol diventare giornalista; ciò che per il piccolo Giovanni, il nostro medium, era una realtà scontata e quotidiana si rivela essere sconosciuta e a tratti così profondamente misteriosa da risultare inspiegabile ( le continue inquietanti morti dei cani rimangono insolute e impunite).
Giovanni, testimoniandoci la vicenda, intraprende un percorso etico e di formazione morale, che lo porterà a essere il solo a poter e voler far luce sulla verità. Per farlo dovrà però abbandonare per strada la prima regola che gli viene imposta per diventare giornalista, quella appunto della giusta distanza. Giovanni, come prima Mara e poi Hassan, solo smettendo di prendere le misure potrà liberarsi, e quindi liberare, dalle apparenze e dalla pigra passività in cui veniamo (inconsapevolmente?) relegati in qualità di meri spettatori.
Mazzacurati torna alle sue radici, ai suoi luoghi, raccontandone al tempo stesso la familiarità e l’ambiguità, servendosi dello schema narrativo del giallo (il film è un giallo non giallo, i tempi narrativi classici del genere sono totalmente stravolti) solo come puro mezzo di disvelamento. Attraverso citazioni chiaramente felliniane - meravigliosa è la scena della maestra sulla barca - e una vicenda asciutta dal finale evocativo, ci parla dell’insolito e del disturbante che si nascondono nella quotidianità e nelle regole silenziose che questa possiede in ogni luogo e paese, non distogliendo mai lo sguardo dai meccanismi umani che lì vi abitano: biechi, nascosti, paradossali. Disegnandoci un quadro del mondo che sa di verità.
 

18:12:2007

La giusta distanza
Regia: Carlo Mazzacurati
Italia 2007, 108'
DUI: 19 ottobre 2007
Genere: Drammatico