Campagna francese anni ’30, Gilles un operaio
degli altiforni, ci appare incupito, sperduto, ingoiato dal vortice luminoso
delle lingue di fuoco, e dai pensieri che divampano in lui… Egli rincasa
sempre con le prime luci dell’alba, accompagnato dal fruscio del vento di
primavera, un vento che risveglierà nell’uomo nuove sensazioni… Ad
attenderlo nel grande letto di legno tra il fruscio delle pesanti lenzuala
la devota moglie Elisa, i due si abbracciano raggiunti da tocchi di luce.
L’ambientazione é frutto di una iconografia pittorica, eco di un francesismo
culturale spiccato, di natura pre e post impressionista, che riporta alla
mente gli intimi interni ed i gesti quotidiani rappresentati da
Toulouse-Lautrec
in molte sue tele.
Il film è ben architettato, e la vicenda, si dipana attraverso l’utilizzo di
un climax narrativo, i profondi silenzi sono colmati da una forte gestualità
corporea, caratterizzante soprattutto la figura di Elisa, spesso sola ad
accudire i figli e la casa.
Gli accadimenti, sono svelati dagli sguardi indagatori, rivelatori, che
dialogano con l’osservatore grazie alla estrema maestria espressiva della
Devos(Elisa). Il tempo atmosferico e le stagioni, si alternano, accompagnano
lo scaturire dei sentimenti, come il fuoco ardente che Elisa attizza quale
sinonimo di un ardore interiore, così come la fredda temperatura esterna
dialoga con lo smarrimento che attornia la donna.
Le espressioni del corpo e del viso fungono da vera scenografia, quale
architettura del sentimento umano; così come gli amplificati rumori del
quotidiano riempiono la domestica e solitaria vita della protagonista, che
lentamente comincia a covare dei sospetti nei confronti del marito e della
giovane sorella Victorine. E allora, il suo occhio osserva, come con una
lente di ingrandimento, il mondo che la circonda, in particolare gli
artefici del suo dolore interiore: Gilles e Victorine.
Pregnante risulta la scena della festa di paese (pare citare l’atmosfera de
Le Moulin de la Galette di
Renoir), in cui l’uomo balla con la giovane cognata in maniera ambigua, ed i
sospetti di Elisa si materializzano, rendendola osservatrice impotente. La
sua gelosia, é resa ancora più incisivamente dal suo ingurgitare l’amara
birra quale sinonimo di un disgusto interiore quando, d’improvviso, Gilles
si scaglia con veemenza contro un pretendente di Victorine, in quel momento
ogni sospetto prende corpo, e la disperazione cresce di pari passo al ventre
gravido di Elisa. Gilles, è un uomo possente, apparentemente rassicurante,
trovatosi attanagliato dalla incapacità di reagire nei confronti della sua
debolezza, e confessa brutalmente alla moglie il lacerante amore per la
cognata; allora lei, cercando di mantenere il massimo controllo, reagisce
freddamente in maniera apparentemente risoluta, attuando un gesto di
alleanza nei confronti del marito, unica possibile strategia per tenerlo con
sé, in attesa di un mutamento di rotta…
Il film sprigiona poesia e sentimenti comuni, traslati da un’altra epoca,
resi attraverso la solitudine interiore di una donna, che sceglie di vivere
e superare in perfetta autonomia e con estrema forza di spirito la propria
sconfitta, il proprio smarrimento, la propria battaglia, convinta che col
proprio fare avrebbe ricondotto a sé il proprio uomo, ma la frustrazione
portata all’eccesso, la conduce allo sfinimento sentimentale ed emotivo, che
scaturisce in un gesto di pura disperazione.
Voto: 28/30
13:04:2005
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