THE GIFT
di Sam Raimi
con Cate Blanchett, Keanu Reaves e Giovanni Ribisi



Citazionista quanto gli amicissimi fratelli Coen, equilibrista degli stili cinematografici, interessato a disseminare i suoi film di intuizioni registiche assolutamente folgoranti, piuttosto che a costruire strutture narrativamente convincenti e capaci di fare a meno di quei lampi creativi, Raimi è un grande talento partito da esordi ultraindipendenti [LA CASA, del 1982, autoprodotto e realizzato con l'aiuto di pochi] e successivamente approdato ad un più sereno e convenzionale rapporto con la grande produzione, dopo il canonico periodo di sofferenza professionale, solitamente coincidente con progetti ambiziosi e fallimentari [PRONTI A MORIRE, 1995].
A questo punto della carriera, il regista de L'ARMATA DELLE TENEBRE alterna lavori d'ispirazione, come il bellissimo, claustrale e coeniano SOLDI SPORCHI, a brutti esercizi d'autolesionistica professionalità come GIOCO D'AMORE, migrando dalla tragedia dell'avidità familiare e provinciale, quasi di farghiana memoria, del film con Billy Bob Thornton, al cattivo buonismo del lacrimoso passo d'addio del non più eroico Kevin Costner.
In quest'ottica, THE GIFT è lavoro intermedio. Percorso da un'atmosfera inquinata e soffocante, capace di evocare gli esordi laddove l'eccesso orrorifico è funzionale a creare apici insopportabili di tensione, è anche segnato, peraltro, da una troppo schematica contrapposizione di premesse da thriller trascendentale, in stile SESTO SENSO, e sviluppo poliziesco, con tanto di finale processuale. Altrettanto schematica la caratterizzazione di alcuni tipi - lo psicotico, ma statico Keanu Reaves su tutti - peraltro negata dall'improvvisa redenzione del suo personaggio una volta in tribunale: difetto tipico dei lavori che soccombono alle velocizzazioni imposte dalla produzione, quello di sovrabbondare in dettagli e notazioni descrittive relative ad alcuni ruoli, nell'incipit e nel primo sviluppo, poi abbandonati o stravolti nelle seconde parti dei film.
Dispiace che anche il talento di Thornton, qui in veste di cosceneggiatore, sia sceso a patti con calcoli rivolti al botteghino: la già accennata vocazione trascendentalista della pellicola, legata alla figura centrale della sensitiva, vedova coinvolta nella ricerca di una donna scomparsa e presto costretta a immergersi nel buio indistinto dei suoi fantasmi privati, sembra studiata a tavolino. Serve, infatti, solo a giustificare l'ostilità della comunità locale nei confronti della strega, peraltro non perseguitata con la dovuta crudeltà, e una chiusura segnata dall'imbarazzante presenza di fantasmi. Shamalayan è praticamente monotematico, ma convinto di quello che racconta: meglio non tentare di scimmiottare stile e contenuti altrui, tutto sommato compatti, coerenti.
Dove Raimi è libero di agire, peraltro, THE GIFT regala momenti di terrore puro e terso, sostenuto dalla solita regia virtuosistica, che ci fa sembrare opportuni persino i cadaveri sospesi tra i rami degli alberi.
Anche il tratteggio, essenziale e diretto, calibrato e sintetico, della stessa provincia americana di SOLDI SPORCHI, privo com' è di connotazioni descrittive troppo dettagliate, è funzionale allo scopo di concentrare l'attenzione sulla tensione determinata dalla presenza della protagonista nel 90 per cento delle inquadrature: vero terminale e punto di ripartenza dell'azione drammatica, la Blanchett costringe il regista ad una sorta di andirivieni della m.d.p. tra campi medi e piani ravvicinatissmi, incastonata in chiaroscuri in stile THE MAN WHO WASN'T THERE, dove una precisa mimica facciale accompagna l'incredibile espressività di quello sguardo.
Appena un po' sopra le righe, ma non per loro demerito, sia Ribisi che Hillary Swank, qui moglie maltrattata e vittima consenziente, sempre scelta per ruoli estremi. Da rimarcare la gratuità di certi temi - violenza familiare, scarsa integrazione dei protagonisti nei contesti della tipica socializzazione forzata all'americana - in un film tutto sommato di genere, poco incline al registro pensoso e che non dovrebbe lanciare messaggi.

Voto: 26/30

Gabriele FRANCIONI
24 - 08 - 01


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