Un susseguirsi di passioni, di colori, gustose pietanze
ed umane contraddizioni, è quanto viene proiettato sul grande schermo
da “Frida”, il nuovo racconto cinematografico della vita della pittrice
messicana Frida Kahlo. Un continuum incessante di evocazioni poco poetiche
ruota intorno alle emozioni e alle sofferenze vissute dall’artista, ai
dolori e agli handicap a cui la condannò un incidente in autobus;
ai tanti tradimenti a cui scelse di sottoporsi, accettando l’amore del
grande pittore, donnaiolo e comunista, Diego Rivera.
Vicende ed incontri sono intessuti nella colorata trama, fatta di opere
e dipinti realizzati dalla Kahlo: i dialoghi, le parole cedono sovente
il passo ai quadri, che Frida dipinse nei felici quanto tormentati periodi
della sua vita, e ad insolite rappresentazioni grafiche. Le venature cromatiche
e le oniriche figure che alimentavano la sua creatività, miste
al folklore e ai fumi dell’alcool, sono sfruttate dalla Taymor al fine
di dar forza e struttura al racconto, carente di forza propria!
Rimangono infatti quasi sullo sfondo le chiavi di volta su cui si poggiò
la vita di Frida Khalo: la storia, il Messico degli anni Venti e Trenta,
la passione per la politica, le lotte per gli ideali a cui rimase coerente
più dello stesso Rivera. Qualsiasi di questi elementi, nel corso
del film, corrono di tanto in tanto il rischio di scomparire dietro agli
intrecci affettivi dei personaggi, ai tradimenti di Rivera, alle attrazioni
omosessulali di Frida, ...o all’adultero e breve amore fra lei e Trotskij.
Da apprezzare comunque le diverse interpretazioni: a partire dalla passionale
e bellissima Salma Hayek, che, a buon diritto si è guadagnata la
parte, a cui avrebbe ambito anche Madonna. Fino al grassoccio e arrogante
Diego Rivera di Alfred Molina, o alla breve ed un po’ periferica parte
di Antonio Banderas. Senza tralasciare però la sempre più
internazionale (e sempre meno italiana) Valeria Golino, nel ruolo della
prima moglie di Rivera.
Link:
www.miramax.com/frida/
Voto: 25/30
|