Inconfondibili i segni del capolavoro letterario da cui è tratto,
adattamento del romanzo pluripremiato di Ian McEwan, eppure decisamente
appesantito dalla lunghezza del girato e da alcuni passaggi fin troppo
didascalici, ESPIAZIONE prende avvio nel
1935, in Inghilterra. La tredicenne Briony Tallis (Saoirse Ronan) ama scrivere
storie nella sua abitazione principesca dove vive con la cuginetta Lola e i
due fratelli gemelli, sua sorella Cecilia (Keira Knightley) e la madre.
Frequentatore assiduo della casa è anche il figlio della governante, Robbie
Turner (James McAvoy) coetaneo di Cecilia, emancipatosi dalle umili origini
studiando a Cambridge grazie al padre aristocratico. Ma un giorno Lola
denuncia uno stupro e la piccola Briony, innamorata di Robbie e delusa di
averlo scoperto in atteggiamenti “osceni” con sua sorella, dichiara di aver
visto il giovane violentare la cugina. Di qui inizia la parabola discendente
dei tre protagonisti, divisi dalla menzogna e segnati da un destino
inesorabile.
Notevole l’incipit del film, il largo respiro, le immagini bucoliche della
vita fuori città, il lento spontaneo innamorarsi dei giovani e le piccole
cospirazioni quotidiane delle adolescenti inesperte e curiose. L’affresco
familiare nel più classico stile britannico non fa una piega. Il dato
temporale viene alterato per dare maggiore enfasi all’interazione dei tre
protagonisti. L’azione infatti si arrotola all’indietro a spiegarci ciò era
avvenuto pochi istanti prima. E questo funziona nel film seguendo anche
l’andamento cronologico del romanzo. Il regista alla sua opera seconda
(ricordiamo il suo esordio con
Orgoglio e Pregiudizio), rivela la capacità di adattare un romanzo
complesso come quello di McEwan, la maestria nel dirigere un cast di ottimo
livello (non tanto la Knightley, che comunque resta efficace nel ruolo della
antipatica e spocchiosa aristocratica), quanto la Briony bambina,
interpretata dalla bravissima S. Ronan, sicura e fredda nel dichiarare e
condannare il suo primo amore. Non così la successiva interprete della
Briony cresciuta, Romola Garai, la quale mostra un lato più morbido e forse
meno incisivo del personaggio.
L’attenzione cala a partire dalla seconda parte del film. Piuttosto che
restare in prigione, Robbie si arruola nell’esercito e combatte in Francia
contro i tedeschi. Riuscirà a rincontrarsi con Cecilia anche se con un
epilogo inaspettato.
è qui che la vitalità, il
coinvolgimento emotivo del film subisce un netto tracollo. Il regista si
ferma a descrivere la realtà dei soldati e della guerra, la vita in
infermeria delle due sorelle, i pensieri e i dubbi di un giovane dalle belle
speranze infrante e di una donna il cui sogno d’amore è svanito per sempre.
E questo melodrammone strappalacrime, inutile negarlo, fatica ad incastrarsi
con la prima parte del film.
L’"espiazione" del titolo è quella della Briony diciottenne, pentita di aver
mentito per puro desiderio di vendetta e pronta a riparare ai danni
commessi. Ma è ancora questa millantata espiazione a restare inutile, priva
di senso e risultato. E l’intervento della terza ed ultima Briony,
interpretata dalla veterana Vanessa Redgrave, lo dimostra sciogliendo
finalmente la matassa narrativa che iniziava ad aggrovigliarsi invano. La
colpa esiste ed è quella che un uomo (o una donna) si porta dentro tutta la
vita prima che un film o un romanzo non alteri il corso degli eventi,
curando vite e ferite. E almeno nel film sembra riuscirci. Ma fuori di esso
il film pecca un po’ troppo di superbia, e non raggiunge i risultati
sperati.
La frase: “Qual è la parola più terribile che conosci?”. “CUNT”.
("Fica", N.d.R.)
29/08/2007
VOTO: 25/30
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